Crisi/Ecofin, Germania si oppone a garanzie “illimitate”


Bruxelles, 9 mag. (Apcom)
– Anche la Germania crea difficoltà sul fondo “salva euro”: per Berlino il problema sta nelle ‘garanzie dei prestiti’ che non solo la Commissione ma anche i singoli Stati dell’Eurozona dovrebbero fornire ai paesi in difficoltà, secondo il progetto dell’esecutivo Barroso. Il nodo da sciogliere nella riunione dell’Ecofin in corso a Bruxelles è ora il ruolo degli Stati membri nell’affiancare con garanzie finanziarie proprie il meccanismo europeo di stabilizzazazione, lo strumento comunitario che dovrebbe essere creato stasera dai ministri dei Ventisette per difendere l’eurozona dagli attacchi dei mercati.

Fonti della Commissione europea riferiscono che da una parte il presidente dell’Esecutivo Comunitario, José Manuel Barroso, nei suoi contatti in corso con i leader dell’Ue, e dall’altra il commissario agli Affari economici e monetari, Olli Rehn, nella riunione dell’Ecofin, stanno facendo forti pressioni perché rimanga nel dispositivo il doppio aspetto della proposta originaria, con l’intervento comunitario da una parte e quello degli Stati membri dell’altro.

Secondo le fonti, la proposta presentata dalla Commissione prevede che il meccanismo europeo di stabilizzazione non contenga cifre precise sui limiti all’ammontare dei fondi per prestiti, linee di credito e soprattutto garanzie di prestiti, che l’Esecutivo Ue metterà a disposizione dei paesi dell’eurozona attaccati dai mercati, ma solo un’indicazione di massima riguardo alle risorse comunitarie a disposizione, che saranno quelle dell’intero bilancio Ue (il cui ‘plafond’ annuale è pari all’1,24% del Pil dei Ventisette). A questa parte ‘comunitaria’ andrebbero però aggiunte, secondo la Commissione, le risorse degli Stati membri dell’eurozona, che dovrebbero fornire garanzie per prestiti pressoché illimitati.

Proprio quest’ultimo aspetto sembra incontrare difficoltà e opposizioni nella riunione dell’Ecofin, non tanto da parte dei Britannici, che vogliono solo la sicurezza di non dover essere costretti a parteciparvi, quanto da parte di altri paesi della stessa eurozona, e in particolare dai tedeschi.

Secondo fonti vicine a Barroso, invece, è essenziale che quest’aspetto sia mantenuto per “salvaguardare il livello d’ambizione” dell’intero dispositivo, e fare in modo che sia adeguato alla sfida lanciata dai mercati all’eurozona.

Mentre l’opposizione britannica sembra facilmente aggirabile con la garanzia che Londra parteciperà solo alla parte comunitaria del dispositivo, e non pagherà in nessun caso più della propria quota nel bilancio Ue (circa 15 miliardi di euro), nel caso dello scenario peggiore (il salvataggio di un paese in ‘default’), è chiaro che il meccanismo a doppio binario potrà funzionare solo se la Germania lo accetterà. Ed è per strappare il consenso di Berlino che si stanno esercitadno in queste ore tutte le pressioni di Bruxelles e dei paesi che ne appoggiano la proposta.

Loc

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