Bruxelles, 13 dic. (TMNews) – Entra in vigore oggi, 13 dicembre, il cosiddetto “six-pack”, un pacchetto di sei misure Ue per la riforma della governance economica (la ‘gamba’ mancante dell’Eurozona, che è un’unione monetaria ma non ancora economica), che concretizza in gran parte il giro di vite nella disciplina dei bilanci che esige la Germania, senza bisogno di ricorrere al nuovo Trattato invocato da Berlino. In effetti, nel ‘Six Pack’ c’è già quasi tutto quello che il vertice Ue della settimana scorsa ha annunciato come innovazioni da introdurre con il ‘Patto di bilancio’ (o Trattato ‘Fiscal Compact’) a 26 Stati membri che dovrebbe essere firmato a marzo. Il commissario Ue agli Affari economici e monetari, Olli Rehn, ha ripetuto ieri a Bruxelles che non esiterà ad applicare i nuovi poteri di sorveglianza della Commissione “fin dal primo giorno”.
Il pacchetto è stato approvato dal Consiglio Ecofin il 4 ottobre scorso, un anno dopo la presentazione della proposta da parte della Commissione Ue, e in base a un accordo con il Parlamento europeo che ne ha sostanzialmente preservato il carattere originario, resistendo ai tentativi degli Stati membri di ‘annacquarlo’. In sostanza, con l’entrata in vigore di queste nuove norme, a partire da oggi, gli Stati dell’Eurozona non potranno più ignorare gli avvertimenti e le ‘raccomandazioni’ della Commissione riguardo alla correzione tempestiva delle loro politiche di bilancio e, in parte, anche delle politiche economiche non sostenibili e ‘squilibrate’.
“Six-pack” è un termine multiuso: in inglese è la confezione
da sei lattine di birra o cola, ma designa anche, per analogia
con quell’immagine, il gruppo dei muscoli addominali. Per
rafforzare i “muscoli” della governance economica europea, il
pacchetto legislativo mette in campo sei provvedimenti, cinque
regolamenti e una direttiva: quattro riguardano la ‘sorveglianza multilaterale’ sui bilanci degli Stati membri, con un rafforzamento dell’attuale ‘Patto di stabilità’ sia nella parte preventiva che in quella correttiva, con una nuova procedura specifica per la riduzione del debito pubblico (e non solo dei deficit eccessivi) e con l’introduzione di procedure sanzionatorie ‘semiautomatiche’ per i paesi che non rispettano le raccomandazioni della Commissione e gli impegni di risanamento finanziario; gli altri due nuovi regolamenti mirano a individuare, affrontare e correggere gli ‘squilibri macroeconomici’ nell’ambito dell’Eurozona, per esempio forti divergenze di competitività fra i paesi membri o l’emergere di ‘bolle’ immobiliari.
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