LONATE POZZOLO – La situazione all’interno del gruppo Imprima, specializzato nella stampa tessile con stabilimenti tra il Varesotto, il Comasco e il Lazio, si fa sempre più critica. Dopo mesi di difficoltà dovute a scelte manageriali contestate, che hanno minato la solidità dell’azienda, i sindacati lanciano l’allarme per oltre 300 famiglie coinvolte.
A ottobre 2024, l’azienda ha attivato la cassa integrazione straordinaria per crisi aziendale e avviato una procedura di composizione negoziata della crisi d’impresa. Nonostante ciò, la situazione, anziché migliorare, si è aggravata. «Abbiamo sottoscritto l’accordo sulla cassa integrazione con senso di responsabilità, ma oggi è chiaro che lo strumento è stato utilizzato in modo incoerente e a danno dei lavoratori», spiegano Cinzia Francescucci, segretaria generale della FILCTEM CGIL di Como, e Antonio Monsurrò della FEMCA CISL dei Laghi.
I sindacati denunciano inoltre l’assenza della figura esperta prevista per monitorare la crisi e contestano l’inaffidabilità del piano industriale presentato dall’azienda. «La gestione è stata approssimativa, senza una vera strategia per rilanciare l’attività», aggiunge Carlo Dovico della FILCTEM CGIL di Varese.
Durante l’ultimo incontro, i vertici aziendali hanno prospettato un fermo tecnico nello stabilimento di Lonate Pozzolo, con conseguente utilizzo della cassa integrazione a zero ore, aumentando la tensione tra i dipendenti. «La pazienza è finita – affermano i rappresentanti sindacali – e siamo pronti a una mobilitazione generale per difendere lavoro, salari e trasparenza».
Cgil, Cisl e Uil non escludono azioni di protesta già alla ripresa delle attività se non arriveranno risposte chiare da parte della dirigenza. Il settore tessile, sottolineano, è troppo importante per i territori di Como e Varese per permettere una gestione così opaca della crisi.