Crisi/ L’Ue verso nuovo trattato ma ci vorranno almeno due anni

Bruxelles, 10 dic. (TMNews) – Il vertice Ue di Bruxelles ieri si è concluso con un risultato paradossale sotto diversi punti di vista: doveva adottare delle soluzioni ‘forti e credibili’, e possibilmente con effetto immediato per arginare l’ormai gravissima crisi del debito sovrano, ed è stato invece soprattutto un negoziato su una riforma del Trattato Ue che nessuno voleva davvero, tranne la Germania, e che comunque potrebbe entrare in vigore fra non meno di due anni, nella migliore delle ipotesi e senza probabilissimi incidenti di percorso. Inoltre ha prodotto una spaccatura clamorosa fra gli Stati membri, con la Gran Bretagna isolata e gli altri Ventisei pronti a procedere senza il beneplacito di Londra verso una ‘unione di bilancio’ attorno al nucleo dell’Eurozona, con un nuovo accordo intergovernativo sulla disciplina finanziaria che si andrà ad aggiungere al Trattato Ue.

Apparentemente, un incubo politico e giuridico-procedurale. Eppure tutti i leader (salvo il britannico David Cameron) apparivano soddisfatti dell’esito della massacrante maratona notturna. La spiegazione di questo paradosso l’ha data forse il premier italiano, Mario Monti, ricordando, con rammarico per la defezione della Gran Bretagna, che ora “ci sarà più coesione tra i Ventisei”.

David Cameron da parte sua ha assicurato di aver anteposto a tutto gli interessi della Gran Bretagna mettendo il veto per evitare il nuovo trattato economico dell’Unione Europea. “L’avevo detto al popolo britannico che se non fossi riuscito a ottenere un buon trattato per la Gran Bretagna non lo avrei firmato. Sono stato fedele alla mia parola”.

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