Hong Kong, 30 ott. (Apcom) – In Asia i contrasti sono di natura contingente, perché gli attori non perdono di vista la necessità della stabilità della regione per mantenere sia la crescita localizzata che gli equilibri mondiali. Lo ha detto da Hong Kong il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a aconclusione della visita di Stato in Cina.
Proprio ieri i primi ministri di Cina e Giappone, Wen Jiabao e Naoto Kan, sono stati protagonisti di quello che è già stato ribattezzato “il venerdì nero” della diplomazia asiatica al meeting Asean in contro a Hanoi. Una lunga giornata di dichiarazioni, accuse e ritrattazioni aveva fatto prima annunciare un imminente incontro fra i due primi ministri, poi smentito dopo le acuse cinesi di fale dichiarazioni. La questione ruota tutta, ancora una volta, attorno al caso delle isole contese Diaoyu, che il Giappone vorrebbe portare all’attenzione regionale, piuttosto che gestirlo bilateralmante come la Cina richiede.
Napolitano ne ha parlato stamane nella ex-colonia britannico con il Deputy Chief-Executive di Hong Kong, Henry Tang. Il capo dello stato ha richiamato un punto su cui aveva già insistito a Pechino, ossia la necessità di stabilità e sicurezza nazionale come condizione per la trasformazione della Cina e per l’affermazione delle economie asiatiche sulla scena mondiale.
“Siamo stati d’accordo che, col crescere del suo peso economico su scala mondiale, la Cina non si sottrarrà alla responsabilità di una evoluzione costruttiva dei rapporti con gli altri paesi dell’area, della regione” ha riferito Napolitano ai giornalisti.
Secondo il capo dello Stato scontri di questo genere che si manifestano fra Cina e Giappone, “sono frizioni contingenti, transitorie che si potranno senz’altro risolvere partendo da questa comune convinzione che la stabilità e cooperazione, che sono poi gli altri nomi della pace, si consolidino per permettere a queste economie già molto dinamiche che possano continuare il loro cammino e contribuire alla prosperità mondiale, innanzitutto alla più rapida uscita dalla crisi globale, e poi all’ulteriore sviluppo della economia mondiale in tutte le sue parti e in tutte le regioni” ha concluso Napolitano.
Acm/Pol
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