Crisi/ Obama: siamo Paese da “Aaa”. Ma Dj finisce sotto 11.000

New York, 8 ago. (TMNews) – Barack Obama ha taciuto tutto il fine settimana. Da Camp David non ha commentato la decisione di Standard & Poors di togliere agli Stati Uniti il rating “Aaa”, il massimo possibile, quello che hanno avuto per tutta la loro storia finanziaria moderna. Oggi, a mercati aperti, con i listini di Wall Street che già cedevano il 4 per cento, ha deciso di rompere il silenzio, difendendo con toni decisi e un piglio che malcelava la rabbia il Paese, le sue scelte e, implicitamente, le proprie speranze di essere rieletto a novembre 2012. Ma non è bastato a calmare i mercati e il Dow Jones è scivolato sotto la soglia psicologica degli 11.000 punti.

“Per i mercati restiamo un Paese da tripla A, lo siamo e lo saremo sempre. I mercati hanno fiducia negli Stati Uniti”, ha incalzato parlando dalla State Dining Room della Casa Bianca. “Non avevano bisogno di un’agenzia di rating per sapere che è necessario un approccio equilibrato e una riduzione del deficit nel lungo termine. I problemi dell’economia americana sono risolvibili”. Parole pesanti, che avrebbero dovuto calmare i mercati, ma che almeno nell’immediato non sono servite allo scopo: mente Obama parlava il Dow Jones è arrivato a cedere oltre 500 punti, scivolando per la prima volta da novembre al di sotto degli 11.000 punti.

Obama, come del resto avevano fatto nel corso del fine settimana anche rappresentanti della sua amministrazione, ha messo in discussione la credibilità di Standard & Poor’s, che “ha messo in dubbio la capacità di agire del sistema politico americano, non ha deciso il downgrade perché pensava che il Paese non potesse ripagare i propri debiti”.

In questo senso, gli Stati Uniti non hanno problemi e meritano completamente la valutazione massima, anzi, se ne esistesse una più alta potrebbero avere anche quella, ha detto Obama. Del resto lo stesso parere espresso nel corso del fine settimana dall’investitore miliardario Warren Buffett, “uno che di economia una cosa o due la sa” e che ha mostrato fiducia incrollabile nei titoli di stato americani: “non ho la tentazione di vendere, tutto resta come è. A Omaha gli Stati Uniti hanno ancora la tripla A. Se ci fosse un rating quadrupla A, gli darei quello”, aveva detto l’Oracolo di Omaha.

Il downgrade dovrà comunque “rinnovare il senso di urgenza” di azioni concrete, motivo per cui Obama stesso presenterà le proprie proposte nelle prossime settimane alla speciale commissione creata dal Congresso con la legge sull’innalzamento del tetto del debito. E il Congresso dovrà superare le divergenze e lavorare unito per rimettere l’economia su basi più solide: “ora bisogna mettere il bene del Paese davanti agli interessi personali, alle ideologie e ai partiti”, ha detto, ricordando che “i mercati saliranno e scenderanno, ma siamo l’America, non importa quello che dice un’agenzia”.

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