Bruxelles, 3 nov. (Apcom) – Dopo una lunga stagione nera, la Commissione europea si prepara a dare nuovamente, seppur con mille cautele, un quadro più roseo della situazione economica dei Ventisette. E nelle previsioni economiche di autunno che pubblicherà oggi, i numeri verranno rivisti leggermente al rialzo e non, come immancabilmente da più di un anno, al ribasso, preludendo ad un ritorno ad una flebile crescita dall’anno prossimo. Grazie agli ultimi due trimestri dell’anno in cui l’attività economica ha ripreso un minimo di vigore, soprattutto per via dell’effetto degli ingenti piani di stimoli varati dai governi, la caduta del pil per il 2009 non dovrebbe essere del 4% come previsto nelle previsioni di primavera e in quelle di settembre, ma un po’ inferiore. Così come per l’Italia il crollo del -5% potrebbe risultare leggermente ridotto.
Le previsioni di oggi, che portano su crescita, deficit, debito, inflazione e disoccupazione per tutti e Ventisette gli Stati membri e per il periodo tra il 2009 e il 2011, sono fondamentali per dare una cornice chiara alle discussioni in corso sulla exit strategy dalle politiche espansive necessarie per dare all’economia in crisi l’ossigeno per sopravvivere. Il Consiglio europeo della settimana scorsa, riprendendo le valutazioni dell’Ecofin, ha sottolineato come sia ancora troppo presto per ritirare gli stimoli, ma ha messo in evidenza come, per dare credibilità e fiducia ai mercati, sia necessario iniziare a tracciare il percorso di uscita.
Uscita che, se la timida ripresa in corso metterà radici più robuste, dovrà iniziare per tutti entro il 2011, insieme ad un consolidamento dei conti pubblici che invece, in molti casi, dovrà prendere le mosse prima. Tutti questi paesi riceveranno, l’11 novembre prossimo, le raccomandazioni e la `road map’ per riportare il loro disavanzo al di sotto dell’asticella del 3%. Quello che le autorità economiche europee hanno messo in chiaro da qualche settimana è che la riduzione del rapporto deficit-pil dovrà procedere ad un ritmo molto più spedito rispetto allo 0,5% all’anno previsto dal Patto di stabilità e di crescita. E che la exit strategy dovrà essere decisa di concerto, così come lo furono l’anno scorso i piani di rilancio dell’economia.
Mar
MAZ
© riproduzione riservata