New York, 7 ago. (TMNews) – Il fine settimana è stato frenetico dopo che Standard & Poor’s ha gettato ulteriore benzina sul fuoco delle preoccupazioni sull’economia globale tagliando il rating americano, finora immacolato. Dopo le polemiche, gli scambi di accuse, la girandola di consultazioni in sede internazionale, si dovrà guardare ai fatti e affrontare la reazione dei mercati azionari al downgrade e al perdurare della crisi di debito in Europa.
In attesa dell’apertura delle piazze asiatiche, a preannunciare il segno degli scambi è stato il mercato israeliano, uno dei pochi aperti nella giornata di domenica: la Borsa di Tel Aviv ha perso quasi il 7 per cento alla chiusura, accusando duramente il colpo del taglio del rating americano (dopo la sospensione di circa 45 minuti degli scambi per il crollo dell’indice, il Ta-25 ha perso il 6,99%).
A Wall Street si sta dunque con il fiato sospeso, ma il timore di un nuovo “black monday”, che riporterebbe drammaticamente alla mente il lunedì nero del 1986, è più che concreto, soprattutto alla luce dei forti cali della settimana scorsa: il Dow Jones, che ha ceduto circa 500 punti giovedì per poi recuperare in parte terreno il giorno successivo, è arrivato insieme allo S&P 500 a cedere più del 10 per cento rispetto al massimo di chiusura del 29 aprile e al picco intraday del 2 maggio, entrando in territorio di correzione.
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