Washington, 25 set. (TMNews) – Nessuna richiesta di sottoscrizione di titoli italiani alla Cina. Ma l’inizio di un dialogo. Che si sta svolgendo anche con soggetti di altri Paesi. Il ministro del Tesoro Giulio Tremonti ha colto l’occasione della conferenza stampa finale a Washington per gli incontri del Fondo Monetario, per chiarire portata e stadio di avanzamento degli incontri svoltisi all’inizio di settembre con Lou Jiwei, presidente della China Investment Corporation (Cic), uno dei maggiori fondi sovrani d’investimento mondiali, che aveva guidato una delegazione per incontrare a Roma proprio Tremonti e la Cassa Depositi e Prestiti, braccio finanziario del Tesoro, che ha appena fondato un fondo strategico italiano aperto agli investitori stranieri. Incontri che avevano portato quotidiani come il Financial Times e il Wall Street Journal a sostenere che l’Italia aveva chiesto aiuto alla Cina per la sottoscrizione di titoli pubblici.
“Qualche giorno fa al Tesoro – spiega Tremonti – c’è stata una riunione concordata e richiesta col fondo sovrano della Cina ed è stata una riunione pubblica: c’erano l’ambasciatore della repubblica popolare cinese, e la discussione è stata molto franca, molto aperta. Non c’è stata alcuna richiesta di sottoscrizione, era l’avvio di una discussione. Nella ultima visita fatta in Italia dal vicepresidente cinese Xi Jinping fu fatta l’ipotesi di riservare all’Italia un rapporto economico-finanziario simile a quello in essere con gli Stati Uniti e con il Regno Unito. Ed era un’ipotesi di dialogo sul campo economico finanziario”.
Tremonti ha aggiunto: “Sono incontri che devi fare li fanno tutti . Tra l’altro abbiamo anche altri incontri, stavolta con Paesi nordici che hanno interesse a discutere sull’Italia”.
Ma il ministro dell’economia implicitamente ha qualcosa da dire anche a chi recentemente lo ha accusato d’incoerenza per aver prima criticato la “invasione” di prodotti cinesi in Europa e poi avallato tali contatti. “Io – sostiene il ministro – ho scritto testualmente i Cinesi fanno i cinesi e sono gli europei che sono dei pirla perchè si caricano di un quantum di regole che li spiazza. Non puoi impedire il corso della storia ma non possiamo continuare così. C’era scritto che dobbiamo guadagnare tempo un po’ di dazi e quote che poi l’Europa ha messo per esempio sulle calzature. E poi dobbiamo ridurre i nostri vincoli. Quindi non c’è mai stato un conflitto con la Cina ma il tentativo in Europa ma il tentativo di essere un po’ meno suicidi”.
BOL
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