Crisi/ Vertice Ue, sfuma accordo a 27, ‘Europa a due velocità’

Bruxelles, 9 dic. (TMNews) – La prima sessione del Consiglio europeo di Bruxelles, che doveva arginare e possibilmente risolvere la crisi dell’euro, dopo 11 ore di discussione tesa e a tratti drammatica, ha prodotto una profonda divisione fra gli Stati membri. Ventitré paesi, fra cui tutti i 17 dell’Eurozona, hanno deciso di stipulare un nuovo trattato intergovernativo (‘fiscal compact’) che sarà ‘aggiuntivo’ rispetto al Trattato Ue, e raccoglierà tutti gli impegni degli Stati contraenti in materia di disciplina finanziaria e le nuove regole di bilancio concordate in base all’accordo franco-tedesco. Regole e impegni che vanno al di là di quanto già prevedono il Trattato Ue e le norme e procedure del Patto di stabilità.

Fuori dall’iniziativa a 23 restano la Gran Bretagna e l’Ungheria con un ‘no’ netto, mentre la Repubblica ceca e la Svezia non hanno potuto pronunciarsi perché sprovviste del mandato parlamentare a negoziare un nuovo trattato. Uno dei pochi partecipanti al vertice che hanno parlato all’uscita dalla riunione è stato, significativamente, il presidente della Bce Mario Draghi, che aveva esposto la necessità del nuovo ‘fiscal compact’ – come lui stesso lo aveva ‘battezzato’, usando un termine inglese desueto – in un discorso al Parlamento europeo giovedì primo dicembre.

“E’ un risultato molto buono per l’Eurozona, molto buono”, ha detto Draghi ai cronisti, visibilmente soddisfatto. E ha aggiunto: “E’ la base per un buon patto sulle regole di bilancio, con più disciplina nella politica economica dei paesi dell’euro”. Le conclusioni del vertice, ha detto ancora il presidente della Bce, “devono ora essere precisate nei dettagli e attuate, c’è ancora del lavoro da fare”. (segue)

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