– «Negli ultimi mesi la Provincia di Varese è stata teatro di vergognosi e preoccupanti episodi per mano di gruppi di estrema destra – scrive Alfieri in una lettera inviata ieri mattina a Maroni – L’ultimo, sabato scorso, che ha visto la profanazione a Duno del Sacrario dei Caduti di San Martino con l’installazione di duecento rune celtiche, striscioni e volantini recanti simboli del nazionalsocialismo. Il Sacrario custodisce la memoria della battaglia di San Martino, una delle prime delle resistenza italiana, combattuta dal gruppo partigiano delle Cinque Giornate».
Alfieri sottolinea come le gesta del colonnello Croce e dei suoi uomini facciano parte della nostra storia e della nostra memoria. «Il vergognoso atto rivendicato dalla Comunità Militante dei Dodici Raggi, rappresenta una ferita senza precedenti. Per questo motivo chiedo che la Regione metta in campo iniziative volte a contrastare e prevenire il ripetersi di questi vergognosi episodi nella provincia di Varese e su tutto il territorio lombardo».
La notizia di quanto è avvenuto lo scorso sabato mattina al San Martino ha raggiunto anche la provincia di Milano. L’Anpi Provinciale di Milano, in una nota, manifesta la sua preoccupazione «per il rifiorire di movimenti neonazisti e neofascisti nel cuore dell’Europa e nel nostro Paese che si contrappongono ai valori della libertà, della solidarietà, della pace, della tolleranza, su cui è fondata la nostra civiltà. Alla battaglia del San Martino, del novembre del 1943, parteciparono numerosi combattenti milanesi: chiediamo alle autorità
competenti l’applicazione della legislazione vigente».
La condanna all’iniziativa messa in campo dagli skinhead arriva anche da tutti i sindacati provinciali dei pensionati che definiscono il gesto un «vergognoso oltraggio che offende i combattenti e i caduti della battaglia di San Martino che costituì uno dei primi esempi di opposizione all’occupazione nazifascista ed è ricordata come l’episodio che diede inizio alla lotta partigiana nel Nord Italia. È un atto ignobile, in contrasto con i principi fondanti della nostra Costituzione».