Le pensioni tornano al centro del dibattito politico, su un doppio binario. Da un lato, hanno fatto discutere e non poco i dati pubblicati dall’Inps relativi al primo trimestre 2015. Secondo l’istituto guidato da Boeri, infatti, si è assistito ad un vero e proprio crollo dei nuovi assegni erogati, che sono stati 95.381, cioè ben il 34,5% in meno rispetto a quelli registrati nello stesso periodo del 2015. Si tratta dell’effetto dell’aumento dei requisiti di età
per l’accesso al trattamento di vecchiaia o anzianità introdotto dall’ultima riforma del sistema, quella di Elsa Fornero. Contestualmente, è calato di circa 10 euro l’importo degli assegni medi mensili liquidati: dai 995 euro della media 2015 ai 942 del 2016. Sull’altro fronte, invece, si ragiona sulle modalità per introdurre la flessibilità in uscita, che permetta, a fronte di un sacrificio economico da parte del lavoratore, di lasciare il lavoro prima dei termini previsti dalla legge. Il tema è stato affrontato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Nannicini e dal presidente dell’Inps Tito Boeri in un vertice tenutosi martedì.
Nelle ultime ore si è fatta largo nel dibattito l’ipotesi che le banche concedano un prestito al lavoratore, per anticipare il pensionamento. La possibilità è stata nettamente avversata dalla segretaria della Cgil Susanna Camusso: «Quando si parla di prestito si parla di pensioni che valgono 900/1.000 euro al mese. Che cosa si prestano? Sono invenzioni per dire: privatizzate il sistema pensionistico». Fortemente critico anche il leader Uil Carmelo Barbagallo: «L’idea di un prestito pensionistico mi sembra un artificio per non dire che si vogliono continuare a fare le nozze con i fichi secchi. È un’ipotesi un po’ strana di ingegneria politica».
Il sottosegretario Nannicini ha insistito sulla necessità di trovare delle soluzioni «creative». Se l’intervento, infatti, dovesse essere sostenuto solamente dalle casse pubbliche, esso costerebbe tra i 5 e i 7 miliardi all’anno, per molti anni. Una cifra che sembra insostenibile per il Governo, al cui interno si insiste per trovare una soluzione, restando nell’ambito della legge Fornero ma ricorrendo a un mix di misure, ivi incluso il ricorso a strumenti offerti dal mercato privato. Come appunto dei prestiti bancari.