Da Carnago a Laura Pausini E’ la tour manager delle star

CARNAGO «La cosa bella è che io avevo un sogno e l’ho realizzato. Il resto sono dettagli». Anche se è difficile chiamare dettaglio un tour europeo con Laura Pausini o con la band inglese White Lies. Eppure questo racconta Chiara Trabalza, 32 anni di Carnago, una laurea in filosofia in tasca ed un lavoro da direttrice di produzione nelle tournée dei più grandi artisti italiani ed internazionali.

Il “sogno” è nato quasi quindici anni fa, organizzando un concerto al rifugio Carabelli di Oggiona Santo Stefano. «A un certo punto della serata ha iniziato a piovere e abbiamo dovuto spegnere l’impianto. Però alcuni musicisti hanno improvvisato una jam session con i bonghi, mentre il cantante usava il megafono. La gente, incurante della pioggia, è uscita da sotto i tendoni ed ha cominciato a ballare: in quel momento ho capito che avrei voluto fare questo lavoro» racconta oggi Chiara.

Un lavoro, il suo, che è tutto da spiegare. Essere il direttore di produzione significa occuparsi di tutti gli aspetti tecnici di un tour: dagli allacciamenti alla corrente elettrica al montaggio della struttura del palco, dai progetti delle luci all’audio, dalle transenne di sicurezza alla definizione dei pesi. Senza contare la gestione del personale locale, dai facchini agli elettricisti, e del catering. «In tour con la Pausini muovevamo 12 bilici» spiega la carnaghese. Il che significa una fila di camion su e giù per l’Europa, coordinato da un team di cinque persone nel quale Trabalza lavorava come assistente del direttore.

E non è tutto. «Qualora il budget non consenta di avere l’addetta ai camerini – spiega Chiara – devo occuparmi anche del loro allestimento». Un aspetto da non sottovalutare: «Perché significa che devo fare in modo che l’artista si senta a casa propria anche se ha percorso 600 chilometri».

Oltre a seguire la fase di montaggio del palcoscenico, «durante la quale il mio diventa un lavoro di problem solving», bisogna poi coordinare l’arrivo del cantante o del gruppo. E non sempre è facile. «Ricordo una volta, qualche estate fa, in una cittadina del Sud: il concerto era in fondo al molo e non c’era modo di passare attraverso la folla». E quando di mezzo c’è una star di livello mondiale come la Pausini, il dettaglio diventa tutt’altro che trascurabile. L’unica alternativa era quella di usare una barca: «Perciò siamo partiti – ricorda Trabalza – Era notte e c’era mare mosso. Ed è stato lì che ho scoperto che l’artista soffriva il mal di mare». Alla fine il concerto si tenne regolarmente, ma questo è uno dei problemi che la giovane carnaghese affronta quotidianamente sul lavoro.

Una carriera, la sua, iniziata lavando i piatti in occasione dei concerti che si tenevano all’Arena parco Nord di Bologna, la città dove ha studiato. «Io ho imparato tutto facendo la gavetta» ammette essere il suo segreto. Dai lavandini, nel giro di dieci anni è arrivata a coordinare i tour di alcuni importanti artisti italiani. Dalla Pausini, per la quale ha seguito le tappe europee della tournée mondiale, a Roberto Vecchioni, fino al rapper J-Ax. Ma questi, per lei, sono solo dettagli. «L’importante è che ho realizzato un sogno».

b.melazzini

© riproduzione riservata