– Ecco l’avventura vissuta lo scorso giugno da , classe 1952, di Cuvio, da suo figlio e dal cognato . Viaggio indimenticabile che sarà raccontato venerdì sera alla biblioteca di Rancio Valcuvia dagli stessi protagonisti, attraverso parole ed immagini.
Un’avventura non nuova per Roncari, che l’aveva già vissuta un paio di anni fa, accompagnato allora da entrambi i figli, Rubens e Tiziano.
Allora, i pellegrini ciclisti affrontarono il Cammino Francese, questa volta quello della Costa.
«Difficile spiegare a chi non l’ha mai fatto perché si ripete il Cammino, antico pellegrinaggio ritornato in auge in questi ultimi decenni – racconta Giorgio – si tratta di un’esperienza particolare e sorprendente che non è esclusiva dei devoti; anche chi è tiepido o non crede, alla fine riscopre la parte spirituale che c’è nel suo profondo». Un lungo viaggio in bicicletta per temprare il proprio fisico e dentro sé stessi, per riscoprire la fede in Dio.
Un’esperienza forte che i protagonisti hanno preparato sulle salite della Valcuvia e della nostra provincia, per fare fiato ed allenarsi.
Giorgio ed i suoi compagni di viaggio sono partiti da Cuvio e arrivati in aereo nei Paesi Baschi, dove si sono fatti dare la cosiddetta “credenzial”, la tessera da far timbrare per dimostrare di stare compiendo il Cammino e che consente di dormire con pochi euro negli alberghi dei pellegrini.
Non sono mancati gli imprevisti. «Abbiamo iniziato a pedalare – ricorda Roncari – attraversando la Biscaglia, la Cantabria, le Asturie e la Galizia dove si trova Santiago; tante volte abbiamo sbagliato strada perché non c’erano le frecce o erano confuse; una volta abbiamo persino imboccato l’autostrada».
Posti meravigliosi, dalla natura incontaminata, che hanno rinfrancato i ciclisti pellegrini, i quali hanno dovuto fronteggiare anche forti piogge. «Abbiamo dovuto spingere la bici su e giù per sentieri sassosi, ma anche sull’asfalto è stata dura pedalare perché in Spagna non esiste la pianura -prosegue Giorgio – abbiamo visto panorami mozzafiato anche se il tempo davvero non ci ha aiutato, tra fitte nebbie e piogge violente».
La voglia di arrivare a Santiago e completare il Cammino è stata più forte di ogni avversità. Per mangiare e dormire i pellegrini a due ruote di Cuvio non hanno trovato grosse difficoltà, a parte una notte in un monastero, con la stanza che sembrava una ghiacciaia tanto faceva freddo. Non sono mancate le forature, come per ogni ciclista che si rispetti, il più classico dei contrattempi. «Ho forato due volte – racconta Roncari – la prima volta non ero ancora uscito dall’aeroporto». «Il vero valore aggiunto di questo cammino è la gente che incontri, di ogni razza e condizione – conclude Giorgio – una volta arrivato ti siedi per terra con il tuo intimo da ascoltare e la tua soddisfazione per avercela fatta».