– «Mi serve l’aiuto di tutti». Ha esordito così ieri lo jeraghese, monsignor , al suo primo discorso ufficiale dopo la nomina di Papa Bergoglio che lo ha voluto nuovo Arcivescovo di Milano, come annunciato ieri dal Cardinaleche lascerà l’incarico il prossimo settembre. «Vivo questo momento con la percezione della mia inadeguatezza per il ministero al quale mi ha chiamato Papa Francesco» ha detto il novello arcivescovo, il 144esimo ambrosiano.
«Conosco abbastanza la Diocesi per rendermi conto che per continuare questa storia di santità ci vorrebbe un vescovo santo. Io invece percepisco tutta la mia mediocrità. Ho quindi bisogno di essere accompagnato e sostenuto da molta preghiera e da quella testimonianza di santità operosa fino al sacrificio, discreta fino al nascondimento, docile fino alla dimenticanza di sé che è tanto presente nel popolo ambrosiano».
L’annuncio è stato accolto da un lungo e caloroso applauso. «Un applauso tanto prolungato che dice l’inserimento profondo nella realtà della chiesa ambrosiana» riporta monsignor , Vicario episcopale della Zona II di Varese. «Essendo figlio del varesotto – prosegue – comprende bene le bellezze e le attese di queste nostro territorio», Delpini, infatti, è nato a Gallarate e cresciuto a Jerago con Orago, dove vive la sua numerosa famiglia.
Personalmente, il vicario Agnesi è «felice per la sua nomina. Per quanto riguarda il clero e le realtà parrocchiali, ha una grande conoscenza ed è molto stimato». Una scelta che denota continuità «è un dono che Papa Francesco ci ha fatto, quello di continuare senza sbalzi, ma mi pare che nel suo discorso, Delpini, abbia sottolineato parole importanti dal bisogno di ascoltare alla libertà di rivolgersi a lui, un tratto umano e di pastore che innanzitutto si pone in condizione di ascolto,
ma che poi è in grado di prendere decisioni quando necessario». «A Varese – racconta don , decano di Varese, che quando è entrato in seminario ha conosciuto Delpini allora novello sacerdote – ha recentemente presentato, per la chiusura della visita pastorale, una lettera di restituzione nella quale riprendeva, in modo articolato, le indicazioni che il cardinal Scola ha dato in questi anni. Ha evidenziato passi della lettera pastorale “Educarsi al pensiero di Cristo” che si esplicita nella modalità di agire ed essere. Da Vicario Generale ha svolto sempre il propri lavoro in maniera precisa anche verso l’assemblea dei decani. In sintonia e obbedienza all’arcivescovo ha sempre dato un contributo significativo per il governo della diocesi». Il prevosto di Varese, monsignor Luigi Panighetti ha detto: «nel nostro piccolo, come città di Varese, facciamo gli auguri al nuovo arcivescovo per un impegno sicuramente alto e molto stimolante e coinvolgente. Gran lavoratore e persona molto modesta, è però anche capace di risoluzioni pragmatiche. L’augurio è che riesca davvero nell’intento auspicato di sostenere un confronto con preti e comunità rispetto al cammino in cui orientare la diocesi che ben conosce».