MILANO – Il preambolo risale allo scorso 4 ottobre quando una passante, allarmata dalle urla, intervenne in soccorso di una giovane fermando una pattuglia della Polizia locale in transito. All’arrivo degli agenti l’uomo – che aveva aggredito la vittima con un pugno sul collo – però si allontanò rapidamente.
La giovane fu portata in ospedale e successivamente dimessa con una prognosi di dieci giorni. Si trattava dell’ennesima aggressione messa in atto nei confronti della ex fidanzata di origini sudamericane che l’uomo da tempo avrebbe tenuto legata a sé con ripetute minacce, violenze e atti persecutori.
Finalmente il giorno successivo, il 5 ottobre, la donna sporse denuncia presso il Nucleo tutela donne e minori della Polizia Locale di Milano e grazie all’attività d’indagine scrupolosa e celere degli investigatori del Nucleo, coordinati dalla Procura, l’uomo è stato raggiunto ora da un’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere emessa per atti persecutori e violenze sessuali avvenute nell’arco di sei mesi.
La relazione fra i due, è stato ricostruito, ebbe inizio a febbraio di quest’anno ma nel giro di un paio di mesi l’uomo iniziò a mostrarsi estremamente geloso e “controllante”, con una progressione di aggressività verbale e fisica nei confronti della giovane. Già a maggio le provocò varie lesioni, mai denunciate per paura di ripercussioni.
Nelle settimane successive la donna finalmente decise di chiudere la relazione ma lui non si sarebbe rassegnato. Tutt’altro. Lo stalking sarebbe iniziato così. L’avrebbe accusata di ripetuti tradimenti, seguito sui social, via telefono, a casa, a lavoro. Ora è stato portato in carcere