«Il Parlamento è popolato da persone indegne di rappresentarci. Dobbiamo ritrovare il rapporto tra la società e le istituzioni». Dalla provincia di Varese, esattamente da Gallarate, il già candidato sindaco del centrodestra Stefano Parisi lancia il suo movimento “Energie per l’Italia”, che si propone di «rinnovare e rigenerare la politica», in particolare il centrodestra.
Undici mesi fa a Varese, in sala Montanari, si presentò come aspirante leader di Forza Italia e del centrodestra, e sotto il palco campeggiava lo striscione dell’associazione Agorà Liberi e Forti di cui è presidente onorario Nino Caianiello, mentre ieri a Gallarate, invitato dall’ex sindaco Luigi Patrini (estrazione CL, ma alle ultime amministrative a fianco della civica del sindaco uscente di Gallarate Edoardo Guenzani), ad accoglierlo c’era il presidente del consiglio comunale Raffaele Cattaneo con un gruppo di amministratori ex Ncd,
ma anche con un padre nobile del centro come il senatore bustocco Gian Pietro Rossi. «Forza Italia? Allora c’era grande aspettativa perché Silvio Berlusconi credeva in un progetto rinnovamento dall’esterno – ricostruisce Stefano Parisi – poi per motivi noti, per la grande resistenza interna a FI, non andò in porto. Noi però continuiamo su quella strada, alternativi a Forza Italia come forza moderata in grado di riequilibrare i pesi in un centrodestra che oggi è prevalentemente a guida radicale». E i rapporti con l’ex Ncd, oggi Lombardia Popolare? «Quel partito che si chiamava Ncd è arrivato ad un’inesorabile ed inevitabile chiarezza: non ci si poteva chiamare centrodestra e governare con il centrosinistra, mentre in Lombardia è sempre stato saldamente nel centrodestra con Maroni e con la mia candidatura a Milano. Quel che è successo in questi giorni fa chiarezza, e oggi seguiamo un percorso comune, interessante ma con una logica di fondo, che all’opinione pubblica ci presentiamo come soggetto politico nuovo, perché una somma di partiti che escono dalle diaspore non convincerebbe gli italiani». Energie per l’Italia si propone infatti come «un progetto – spiega Stefano Parisi – per rinnovare e rigenerare la politica, soprattutto per i valori che vogliamo interpretare e il ruolo che la politica deve tornare ad avere nella società. Il riscontro? Molto positivo, in 12 mesi abbiamo messo in piedi una rete comparabile a quella di altri partiti molto più importanti, con una grande motivazione, tante persone alla prima esperienza politica. Siamo in una fase indeterminata, perché non c’è una legge elettorale, patologia drammatica del nostro Paese, ma siamo chiaramente dentro il centrodestra, una forza liberale popolare e collocata in Europa, che vuol essere fulcro di attenzione. Dopo cinque anni devastanti per il centrodestra, fatti di diaspore e frammentazioni, quello che sta succedendo in Sicilia mette molta chiarezza, e la nostra esperienza è quella dell’unico soggetto nuovo sulla scena politica». Un movimento, fa sapere Parisi, con «basi sane, persone scelte dal confronto e dai territori, persone di qualità e di esperienza».