Daini ammazzatti a Varese «Non è opera di bracconieri»

VARESE «Ungulati ammazzati e abbandonati a Varese, non si tratta di bracconaggio». Adriano Martinoli, zoologo dell’università dell’Insubria e direttore dell’Unità analisi e gestione delle risorse ambientali, esclude la pista dei bracconieri per quanto riguarda il ritrovamento delle carcasse di ungulati trovati morti e infilati in sacchi dell’immondizia a Capolago.
Martinoli è stato incaricato dal Gruppo Faunistico provinciale per un parere tecnico. «Chi esercita il bracconaggio lo fa per fini alimentari – prosegue – Questi animali erano tenuti in cattività e, probabilmente, si sono ammalati. Così, l’allevatore li ha soppressi e si è sbarazzato delle carcasse per evitare i costi di smaltimento».

Secondo lo zoologo si tratta di femmine di daino, una specie non tipica di queste zone, molto giovani. «La carne di questi animali è commestibile, un bracconiere non se ne sarebbe mai sbarazzato, ma anche un allevatore che a un certo punto decide di sopprimere animali sani, normalmente, consuma la loro carne». Le carcasse, secondo le analisi, sono state recuperate in uno stato di decomposizione avanzata. Questo significa che quegli animali erano stati abbandonati nel Roggia Nuova da quasi una decina di giorni. Secondo Martinoli, l’abbandono dei daini morti rinvenuti Capolago e quello segnalato da una signora residente a Mustonate è opera di una sola persona.

«Nei prossimo giorni cercheremo di capire se questi animali erano malati».
«Il territorio di Varese è ricco di allevamenti di questo genere. Ma il problema è che, a differenza degli allevamenti di pecore e capre per i quali esiste un’anagrafe dell’Asl che permette di risalire alla provenienza dell’animale, per questo tipo di allevamenti non c’è alcun tipo di controllo». Un’anagrafe degli animali allevati obbliga l’allevatore a marchiare il proprio bestiame e a registrarlo all’Asl. «Il modo per eludere la normativa lo si troverebbe comunque – continua Martinoli -, ma se venisse istituita, con i tempi e le modalità necessarie, un’anagrafe anche per questo tipo di animale ci sarebbe maggior controllo». V. Des.

b.melazzini

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