GALLARATE – Il Comune spedisce ogni anno qualcosa come trentamila lettere. E ora sta per rinnovare l’appalto: ottantamila euro per gestire il servizio per i prossimi due anni.
Sono cifre “spaventose” quelle che riguardano la corrispondenza in uscita da Palazzo Borghi. Nel 2013 gli uffici hanno inviato 25.140 lettere in posta prioritaria e 7.308 raccomandate con ricevuta di ritorno. Cifre che l’anno successivo sono calate, rispettivamente, a 21.733 e 6.906.
Missive che in due casi su tre sono inviate a persone residenti o domiciliate a Gallarate.
Nel 16% dei casi si tratta invece di soggetti che vivono in provincia di Varese, nel 7% di cittadini lombardi.
Il 4,7% delle buste che escono da Palazzo Borghi, però, finiscono in tutta Italia. E il 5% invece va in Europa e negli altri continenti. Nell’elenco rientra di tutto: dalle lettere che il sindaco invia ad ogni coppia che mette al mondo un bambino ai solleciti che la biblioteca manda agli utenti che dimenticano di restituire in tempo i libri presi in prestito. Oppure i tanto “odiati” bollettini precompilati per pagare l’Imu, la Tasi e la Tari Vista la mole di corrispondenza non stupisce insomma la cifra messa a bilancio dal comune di Gallarate per pagare l’azienda che si aggiudicherà l’appalto.
Per occuparsi delle lettere inviate da Palazzo Borghi, l’azienda che vincerà il bando riceverà infatti la somma di 80mila euro E dovrà occuparsi di ritirare ogni giorno la posta da spedire dagli uffici comunali, affrancare le buste e spedire il tutto. Somma consistente, insomma, quella spesa dall’amministrazione comunale per gestire la corrispondenza. Alla quale bisogna aggiungere i costi di stampa delle lettere. Certo, si potrebbe ridurre l’importo se invece che in forma cartacea si utilizzassero le email.
Anche se non è detto che ai cittadini possa piacere: solo un migliaio, infatti, quelli che quest’anno hanno scaricato i moduli per la Tasi e la Tari direttamente dal sito del comune. E insomma, se il passaggio al digitale non riguarda anche i gallaratesi, bisognerà continuare a pagare 40mila euro l’anno per l’invio della corrispondenza.