Nomine, Varese stavolta resta a bocca asciutta. Ed ecco in che mani affidiamo la “nostra” Finmeccanica.
Per la prima volta dopo varie tornate di nomine nelle grandi società pubbliche, la provincia di Varese non ha propri rappresentanti nei Cda.
Nel 2011, con il governo Berlusconi che godeva dell’appoggio decisivo della Lega Nord di Umberto Bossi, Varese poteva cantare vittoria. In Finmeccanica c’era stata la riconferma di Dario Galli nel Cda, ma anche l’ascesa di Giuseppe Orsi, un uomo-Agusta Westland che faceva base nella nostra provincia, al vertice, mentre in Enel era stato riconfermato l’ex sindaco di Busto Arsizio Gianfranco Tosi nel Cda.
Stavolta gli ingegneri leghisti devono fare le valige per lasciare posto al “nuovo corso” renziano, in cui Varese, come già successo nella squadra di governo, mostra di avere un peso scarsino. Peccato che Finmeccanica a Varese ha alcuni dei suoi pezzi pregiati, Alenia Aermacchi e Agusta Westland, che tra occupazione e indotto rappresentano un pezzo importante della nostra economia. Per fare un esempio, per la sola commessa indiana da 560 milioni di euro oggetto di controversia è stato calcolato un danno economico complessivo da circa 150 milioni per l’economia della nostra provincia nel caso in cui Agusta Westland la perda definitivamente.
Anche Finmeccanica rischia di finire vittima della stessa equazione “Varese uguale Lega” che secondo il deputato Pd Daniele Marantelli (che in proposito parla di «rischio da evitare accuratamente») il nostro territorio sta pagando sulla vicenda Malpensa? Di certo le speranze di vedere “uno dei nostri” su una delle poltrone del Cda di Finmeccanica ha sbattuto contro le scelte del governo Renzi.
Che vanno a premiare non solo l’ex numero uno delle Ferrovie Mauro Moretti e il presidente uscente Gianni De Gennaro, ma anche una serie di altri nomi che, almeno a prima vista, ben poco hanno a che spartire con il settore strategico dell’aeronautica e della difesa su cui Varese conta molto.
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