CASTELLANZA – La sua vicenda ha tenuto per dieci giorni in apprensione Castellanza e la Valle Olona. Ma qualche volta anche le brutte storie hanno un lieto fine. E noi siamo felici di poter raccontare il ritorno a casa di, il 32enne castellanzese che, lo ricorderete, era scomparso per dieci giorni – dall’11 al 21 dicembre scorso – mentre si trovava in Belgio per lavoro. Il motivo della sparizione si è venuto a sapere solo quando il “giallo” si è risolto: Andrea era ricoverato in un ospedale di Dunkerque, nel nord della Francia, in seguito a un malore occorsogli in un albergo di Bruxelles.
Brutti ricordi che sono fortunatamente ormai alle spalle: il 28 dicembre scorso Andrea è tornato nella sua Castellanza, dove ha riabbracciato la madre e la sorella. Oggi sta molto meglio, e può anche scherzare «sul Natale trascorso in ospedale a Dunkerque, dove servivano un caffè letteralmente imbevibile – sorride – Ora devo riposare e fare un po’ di fisioterapia. Quando sarò completamente ristabilito tornerò in Francia per proseguire il mio lavoro» (a Dunkerque il ragazzo si occupa di ispezioni di qualità
per conto del Rina, il Registro navale italiano).
Resta oggi lo sconcerto per l’inspiegabile assenza di comunicazioni da parte degli ospedali di Bruxelles e Dunkerque (dove Andrea è stato ricoverato) nei confronti della famiglia, che pure si era prontamente attivata allertando le forze dell’ordine e le ambasciate italiane di Francia e Belgio. «Eppure avevo con me il passaporto e altri documenti» racconta Andrea, che ha accusato il malore il giorno stesso della scomparsa (11 dicembre) mentre si trovava nella hall di un albergo nei pressi dell’aeroporto di Bruxelles. «Devo dire che i soccorsi sono stati davvero efficienti e tempestivi».
Quando il ragazzo ha cominciato a sentirsi meglio ha preso in mano il cellulare e ha inviato un messaggio WhatsApp alla madre: «Non sono scomparso, sono in ospedale». Poche parole che hanno riportato la luce negli occhi dei familiari e dei tanti amici di Andrea. Oltretutto, per colmo di sfortuna, la madre era bloccata a casa dopo un intervento alla tibia. «Anche i miei colleghi sono stati eccezionali, non solo durante le ricerche, ma anche dopo: uno di loro ha voluto posticipare il rientro in Italia pur di non lasciarmi da solo in ospedale». Da buon tifoso della Pro Patria, Andrea ha tempra da tigrotto, e anche la società biancoblù si è rallegrata del suo rientro a casa, invitandolo ufficialmente allo “Speroni” per una delle prossime gare casalinghe. «Non ci sarò con il Renate, ma più avanti tornerò senz’altro allo stadio». Di nuovo in mezzo ai suoi amici biancoblù, che dopo aver esultato per il suo ritrovamento, saranno tutti felici di riabbracciarlo di persona.