VIGGIU’ – Dalla Russia con mistero. Si infittisce il giallo del milionario russo rifugiatosi a Viggiù per sfuggire alle persecuzioni politiche di Putin. Andrey Spiridonov lo scorso 7 settembre era stato aggredito da alcuni sconosciuti proprio nel piccolo paese della Valceresio: lo avevano picchiato e gli avevano preso il portafogli. Una rapina? Probabilmente no. Perché quel portafogli è stato fatto ritrovare da ignoti nella cassetta delle lettere del ristorante di Mosca di cui l’uomo è proprietario. «È un messaggio chiarissimo» spiega Andrea Boni, legale con il collega Enzo Cosentino, di Spridonov.
L’ennesimo tassello di una spy story in salsa varesina. La sua storia fu svelata lo scorso luglio, quando gli uomini della squadra Mobile di Varese lo arrestarono a Viggiù in esecuzione di un mandato di cattura internazionale. Mosca lo accusava di aver causato un danno da 11 milioni di dollari allo Stato russo nell’ambito di una partita di contratti petroliferi con il Venezuela. Poche ore dopo l’arresto la corte d’appello di Milano lo rilasciò bloccando la richiesta di estradizione dalla Russia. Spiridonov gode dello status di rifugiato politico: in patria l’uomo sarebbe in pericolo, vista la sua attività di oppositore. Perseguitato a tal punto da essere stato accoltellato al cuore nel 2004 a Mosca.
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b.melazzini
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