In Thailandia, da giovedì 10 agosto, undici giovani varesini stanno vivendo un’esperienza incredibile di volontariato e di missione: appartengono alla comunità pastorale “Beato don Gnocchi” e sono scortati come sempre dal loro condottiero, Don Marco Usuelli, vicario per la pastorale giovanile, tornato dal recente viaggio in Salento con 45 liceali a servizio di un oratorio e dei malati terminali dell’ospedale locale gestito dalle Suore Marcelline.
Questa volta ad accoglierli sono i padri missionari Saveriani, che la Don Gnocchi conosce già da una precedente missione in Bangladesh del 2014. Due le nuove missioni che li vedranno protagonisti: la prima, quella che stanno vivendo a stretto contatto con la povertà dell’Estremo Oriente, nella baraccopoli di Bangkok; la seconda nel nord del paese dove li attenderà l’accoglienza dei profughi birmani e di altre regioni confinanti. In entrambi i casi i ragazzi, scortati dai padri salesiani, vivono la quotidianità della sofferenza in un luogo così incommensurabilmente distante a livello geografico e anche umano dalle coordinate a loro care, armati del motto «pronti e certi di ricevere più di quanto potremmo dare».
Il diario di viaggio arriva quotidianamente via mail ed è gestito dalla penna essenziale di don Marco. «I missionari ci ospitano nella loro sede che si trova nella zona del porto ed è a ridosso di alcune grandi baraccopoli. Il mattino stesso abbiamo iniziato la visita a queste zone della città. L’incontro è stato ricco di emozioni e molto intenso. Siamo stati accolti da alcune famiglie, ammalati e anziani che ci hanno dimostrato una grande senso di ospitalità nelle loro modeste dimore e ci hanno raccontato la loro esperienza di vita. (…) Al nostro arrivo siamo stati accolti da uno stuolo di bambini sorridenti e pieni di vita».
Il secondo giorno non è meno denso di emozioni del primo: «Divisi in tre gruppi accompagnati dai catechisti e dai due giovani che collaborano con i padri con un contratto annuale, che gli permette di fare esperienza diretta e portare alle loro famiglie qualche soldino in più, e da Padre Alessio, il nostro padre Missionario di riferimento che ci sta accompagnando giorno per giorno in questa avventura straordinaria, abbiamo camminato nelle strette vie della baraccopoli, che si snoda praticamente sotto ponti e cavalcavia dell’autostrada. Da lì ogni gruppo famigliare ha una baracca, alcune fatte di semplice lamiera, altre con pannelli in legno. In alcune di queste strette vie, passa addirittura la ferrovia».
Un’esperienza intensa, che porta don Marco, nell’incipit della terza missiva ai giornali locali a scrivere: «Come dice Jean Vanier “L’amore è fare le cose ordinarie con tenerezza”. Mai come in questi giorni stiamo sperimentando la gioia delle piccole cose, vissute con tenerezza». Un umile, ma incredibile prete di quartiere, che non finisce davvero mai di stupire.