– Far west in centro: insorgono i residenti di via Como e via Morosini. E sui rapinatori con il machete il giudizio è categorico: «Devono buttare la chiave. È allucinante quello che è successo. Tu esci di casa e trovi tre sconosciuti che ti puntano un coltellaccio alla gola». E ancora: «Queste cose sono il risultato di una politica folle sull’immigrazione. Facciamo arrivare tutti. Poi non trovano lavoro, si ubriacano e fanno queste cose. Potevano ammazzare qualcuno».
«Il pericolo sociale rappresentato da questi tre personaggi è estremamente elevato» hanno confermato ieri , a capo della squadra volanti della questura, e , capo di gabinetto della questura.
E residenti ed esercenti della zona non fanno che da eco. In via Como «da anni denunciamo una situazione di degrado. Di giorno è tutto tranquillo. Di notte, con tutte le attività chiuse è molto diverso. Ci ritroviamo con balordi che schiamazzano e il mattino dopo abbiamo bottiglie di birra e urina davanti ai portoni».
In via Morosini sotto accusa finiscono invece le due vicine stazioni ferroviarie. Anche in questo caso di giorno la situazione «è accettabile. Di notte piazzale Trento e Trieste si trasforma in una specie di bivacco. Sono soprattutto stranieri completamente ubriachi. Fanno paura? Sì, fanno paura. E non dateci dei razzisti».
I tre salvadoregni sono partiti proprio da via Morosini per la loro caccia armati di machete. «È vicina alla stazione – spiega , un residente – E mi pare di aver capito che poi sono stati presi proprio lì. Qui nessuno ha visto o sentito niente. A mezzanotte, tranne il sabato sera e d’estate il venerdì, la strada è deserta. I bar chiudono alle 20. E anche il fast food, che in orario cena è
frequentato da molti ragazzi a quell’ora è chiuso. Il problema è probabilmente proprio questo. Scelgono questa zona perché anche se è in pieno certo di notte sembra estrema periferia».
Via Morosini, tra l’altro, non è nuova ad essere teatro di aggressioni. Certo non con il machete in pugno «ma soprattutto d’estate qui si picchiano praticamente ogni fine settimana – spiega – Sono ragazzi, sia italiani che stranieri. Arrivano magari alle quattro di mattina, ubriachi e parte la rissa».
I fatti di via Morosini sono noti. L’anno scorso, proprio dopo l’ultimo scontro che aveva portato la polizia a denunciare dieci persone, tra cui anche alcuni minorenni, era emerso un dettaglio inquietante: il pestaggio tra fazioni era stato organizzato attraverso i social network. Sempre in via Morosini un diciassettenne appena sceso dal treno invece di andare a scuola aveva riempito di botte una compagna di scuola di un anno più giovane, rapinandola del cellulare.
«Qui è il deserto – spiegano i residenti – Dalle sette di sera non gira più nessuno. La strada non è molto illuminata. D’inverno soprattutto è un incubo. Se andiamo avanti così qui nessuno più vorrà investire o aprire un’attività».