FERNO Rapina al deposito San Carlo di via Asiago: in due aggrediscono il responsabile e un dipendente e fuggono con duemila euro in contanti.
Le vittime legate con un filo di nylon e rinchiuse in uno sgabuzzino. Il colpo era preparato al dettaglio: i rapinatori certamente erano al corrente degli spostamenti del personale del deposito merci del noto marchio di patatine e del denaro che ogni giorno veniva incassato. Il colpo è stato messo a segno intorno alle 19.30
di ieri.
Quando dopo che l’ultimo camion di consegna merci era rientrato alla base, il responsabile del deposito con un dipendente, aveva raccolto l’incasso imbustando le banconote pronte da depositare alla cassa continua.
Così come accadeva praticamente ogni giorno. I rapinatori hanno atteso sul retro del capannone che ospita il deposito merci; forse i due sapevano che il responsabile con la borsa carica di soldi sarebbe uscito da lì. E così è stato: l’uomo insieme a un dipendente si è ritrovato con due energumeni parati davanti. Il volto coperto da un passamontagna; uno dei due impugnava una pistola. I malviventi indossavano guanti e vestiti scuri; tutto pur di non farsi riconoscere, secondo una delle vittime, sarebbero stati italiani.
Per l’altro, forse avevano un accento straniero. Forse l’accento era forzato per sviare le indagini. In ogni caso la pistola è stata puntata alla testa del responsabile: «Dammi i soldi o ti ammazzo», queste le parole scandite dal rapinatore.
E la vittima, con la canna dell’arma da fuoco a sbadigliargli in faccia, non ha potuto fare altro che ubbidire consegnando la sacca con i duemila euro destinati alla cassa continua. Non paghi, i due rapinatori hanno anche preteso la consegna del portafoglio del dipendente che accompagnava il responsabile: altri 100 euro.
I due sono stati quindi legati con del filo di nylon e rinchiusi nello sgabuzzino: «State calmi, è finita, non vi faremo niente ma non chiamate nessuno», queste le raccomandazioni dei rapinatori che hanno poi rubato la Toyota Corolla del titolare per fuggire. L’auto è stata ritrovata dai carabinieri in via Verdi a Samarate, non distante dal luogo del colpo: aveva una gomma a terra. Forse anche per questo i balordi l’hanno abbandonata pochi istanti dopo il colpo.
Nel frattempo le vittime, liberatesi dai legacci, hanno chiamato i carabinieri di Busto che hanno dato il via alle indagini. Al momento si cercano eventuali telecamere in zona che possano aver ripreso qualcosa di utile; magari un sopralluogo a viso scoperto effettuato prima del colpo.
s.bartolini
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