Daniel è guarito. Aveva appena tre anni quando gli è stata diagnosticata una rara forma di leucemia, già in fase acuta.
E oggi, dopo due anni intensi e lunghissimi fatti di lotte, medici, ospedali e terapie ma anche folletti e affetto, momenti di sconforto e di pura gioia inaspettata, la malattia è finalmente sconfitta. La festa vera e propria si farà a gennaio, dopo l’ultima seduta di chemio, ma già ieri Daniel ha festeggiato, a modo suo: una merenda alle quattro del pomeriggio, normalissima per tanti bambini ma a lui spesso negata per ragioni di dieta.
Mentre per la mamma Federica Albertoli la prima festa è un grazie di cuore, a tutta la pediatria dell’ospedale Del Ponte che ha aiutato e supportato Daniel e la sua famiglia in questa difficile battaglia.
Era il mese di luglio del 2014. Daniel aveva spesso la febbre e dolori alle gambe e alle braccia. «La sera aveva sempre trentasette gradi e mezzo di febbre», ricorda la mamma. Alla fine, non trovando una soluzione definitiva, il pediatra ordina un ricovero all’ospedale di Cittiglio (Daniel e la sua famiglia vivono a Luino). È ottobre, le analisi cliniche risultano tutte negative. Così si passa allo step successivo: la pediatria del Del Ponte per l’esame del midollo osseo.
«A Daniel viene diagnosticata una leucemia linfoblastica acuta. Il mondo si è fermato», racconta Federica.
Daniel è stato subito indirizzato al Policlinico di Pavia, centro di riferimento nazionale specializzato in oncoematologia pediatrica, dove sono stati fatti nuovi esami e confermata la diagnosi.
«L’equipe del dottor Marco Zecca, il primario di Pavia, si è presa cura di noi, ma per fortuna la maggior parte delle terapie abbiamo potuto seguirle all’Ospedale Del Ponte, che è diventato una seconda casa per noi», racconta Federica con affetto e gratitudine. «Per noi sono stati anni duri,
complicati, lunghissimi – spiega – Ci sono stati giorni che davvero sembravano non finire più. Eppure siamo stati fortunati».
Fortunati sì, perché in questa guerra contro la malattia Daniel è stato un piccolo leone: «Nonostante le complicazioni che ci sono state, e sono sta tante, lui ha sempre sopportato bene le cure, non ha mai vomitato ed è riuscito a rimanere vivace, attivo. Anzi, forse il momento peggiore è stato la fase del cortisone in cui a tratti era addirittura isterico», racconta Federica, che finalmente può permettersi di scherzare un po’ su questa lunga battaglia.
Battaglia in cui è stato fondamentale l’affetto, il sostegno e anche il buonumore di medici, paramedici e volontari della Pediatria e anche di amici insperati, come i pompieri della caserma dei vigili del fuoco di Varese, che il piccolo Daniel ha visitato, realizzando uno dei suoi sogni più grandi di quattrenne.
«Ci avevano detto che se tutto fosse andato per il verso giusto Daniel sarebbe guarito in due anni, e così è stato», afferma felice la mamma.
La conferma definitiva tanto attesa è arrivata con la visita di controllo di mercoledì: la dottoressa Marinoni al Del Ponte ha firmato la lettera di dimissioni.
«Abbiamo ancora due sedute di chemio da fare, a fine mese e a gennaio. Due sedute che erano rimaste indietro e che servono a completare la terapia», racconta la mamma che vuole aspettare l’ultima terapia per festeggiare. Ma intanto la prognosi è sciolta, e Daniel lo ha capito: niente più pastiglie o diete e digiuni speciali.
E la sua vita sciale, che fin ora si è giocata con indispensabile allegria nella sala giochi della Pediatria e con i suoi animatori e volontari a caccia di folletti dispettosi, ora si svolgerà all’asilo. Dove avrà altri amici, com’è giusto che sia, e magari qualche febbre o raffreddore: ma di quelli che si curano al massimo con aerosol e tachipirina, com’è giusto e normale che sia. Bravissimo Daniel!