– Si dimette il sindaco : l’ex primo cittadino arrestato a maggio verso il patteggiamento. Il Comune verso il commissariamento. Le opposizioni: «Passo indietro tardivo». La nota che ha ufficializzato le dimissioni di Rivolta è stata depositata ieri mattina. La comunicazione è stata indirizzata al segretario comunale , che a sua volta è indagato nell’inchiesta che ha portato l’ex primo cittadino in carcere, alla facente funzioni di sindaco e al prefetto . E dalla prefettura arriva la conferma dell’avvenuta comunicazione.
La decisione era già nell’aria da alcuni giorni: Rivolta era stato interrogato settimana scorsa. Un lungo interrogatorio i cui contenuti erano rimasti riservati. Era trapelata soltanto la volontà dell’ex primo cittadino di collaborare con gli inquirenti. In vista di un patteggiamento. Il che lascerebbe presupporre qualche ammissione da parte di Rivolta, in carcere da oltre due mesi, di chiedere un patteggiamento. La collaborazione con l’autorità giudiziaria sarebbe propedeutica a questo.
Oltre che a un alleggerimento della custodia cautelare in carcere: Rivolta, da sindaco, avrebbe avuto la possibilità di reiterare i reati contestati e di inquinare le prove. Con Rivolta sono indagati la compagna dell’ex sindaco ex assessore all’Urbanistica di Gallarate (dimessasi dopo l’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare), il fratello , titolare dello studio di architettura attraverso il quale per l’accusa giravano le mazzette, oltre a imprenditori e funzionari comunali.
Le accuse nei confronti di tutte le persone coinvolte vanno dalla concussione alla corruzione. Fino all’abuso d’ufficio per il solo sindaco. Secondo la Procura di Busto Arsizio che ha eseguito le indagini con l’ausilio dei comandi provinciali dei carabinieri e della Guardia di Finanza, Danilo Rivolta avrebbe favorito lo studio di architettura del fratello che aveva in mano le pratiche edilizie di alcuni imprenditori lonatesi i quali, per ottenere agevolazioni e facilitazioni, avrebbero affidato le pratiche urbanistiche alla Proget.
Dal punto di vista procedurale, il Testo Unico Enti Locali prevede che le dimissioni debbano essere portate a conoscenza del consiglio comunale e che diventino irrevocabili entro 20 giorni. Passato questo termine il consiglio comunale viene sciolto e viene nominato il Commissario Prefettizio, che traghetta il Comune verso nuovi elezioni e garantisce l’ordinaria amministrazione. Lonate corre dunque verso il commissariamento.
«Il Commissario prefettizio sarebbe in grado di svolgere tutte le funzioni dell’ente Comune. L’attività amministrative andrebbe avanti senza particolari scossoni». Le opposizioni sono finalmente soddisfatte anche se sottolineano «il ritardo di queste dimissioni», chieste dal giorno successivo all’arresto. «Il signor prefetto ha ribadito il ruolo e le competenze del Commissario che verrebbe nominato in caso di dimissioni del sindaco o della maggioranza dei consiglieri comunali. La presenza del Commissario garantirebbe la corretta amministrazione del Comune fino a nuove elezioni, provvedendo a portare avanti gli impegni in essere e i punti strutturali come il bilancio e i lavori pubblici. Il commissario infatti assume tutti i poteri di sindaco, giunta e consiglio comunale (nonché di Presidente dell’Unione dei Comuni). L’attività amministrativa proseguirebbe senza particolari scossoni» ribadiscono le opposizioni. Rassicurando sul fatto che non vi sarà alcun effetto “paralisi” sulle normali attività.