Bruxelles, 13 mag. (TMNews) – La Commissione europea cambia decisamente marcia e tono nel confronto con la Danimarca rispetto alla decisione di quest’ultima di reintrodurre i controlli sulle merci alle frontiere con la Germania e con la Svezia: se fino a poche ore fa esprimeva “dubbi” e “preoccupazione”, di fronte alle assicurazioni del governo danese che pretendeva di stare rispettando le regole Ue, Bruxelles avverte ora Copenaghen di essere pronto a lanciare una procedura d’infrazione.
L’avvertimento è contenuto in una lettera inviata oggi dal capo dell’Esecutivo Ue, José Manuel Barroso, al primo ministro danese, Lars Lokke Rasmussen, cui ha fatto eco nel pomeriggio un comunicato diramato dalla commissaria agli Affari interni, Cecilia Malmstrom. “Devo ricordare – scrive Barroso nella missiva, il cui contenuto, del tutto irritualmente, è stato reso noto in anticipo alla stampa a Bruxelles – che, se necessario, intraprenderemo tutte le azioni che s’impongono per assicurare il pieno rispetto delle leggi pertinenti”. Malmstrom, da parte sua, afferma nella nota che la Commissione “è pronta a continuare il dialogo con la Danimarca. Ma, se necessario, userà gli strumenti a sua disposizione per garantire il rispetto del diritto Ue”.
Molto simile a un altro passaggio della lettera del presidente della Commissione è anche l’appello della Malmstrom al governo danese “affinché si astenga dal prendere misure unilaterali e si assicuri che qualunque misura prenda sia in linea con le norme pertinenti” del diritto Ue.
Nella nota, la commissaria sottolinea, in particolare, il fatto che i controlli doganali alle frontiere danesi sarebbero “visibili” e “permanenti”, e ricorda che Bruxelles ha chiesto a Copenaghen di chiarire su quale base giuridica saranno fondati questi nuovi controlli, e se saranno parte di un ventaglio più largo di misure.
Nella lettera di Barroso a Rasmussen, il presidente della Commissione dice chiaramente che “se le misure annunciate fossero attuate in modo da risultare equivalenti all’introduzione di controlli di frontiera sistematici, apparirebbero contrarie alle libertà garantite del Trattato Ue (in particolare la libera circolazione di merci e la libertà di fornire servizi)”. E se le misure “costituissero ostacoli all’attraversamento delle frontiere interne, e in particolare alla fluidità del flusso di traffico ai punti di passaggio di confine, risulterebbero incompatibili con gli articoli 20 e 22 del Codice delle frontiere di Schengen”.
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