DAVERIO Premiata in febbraio come «azienda solida, profittevole e orientata all’innovazione del prodotto» la Donati Sollevamenti annuncia 38 licenziamenti e getta pesanti ombre sul futuro dello stabilimento di Daverio.
La procedura di licenziamento è stata aperta nei giorni scorsi. Comunicata ufficialmente al Sin.pa (sindacato padano), è stata inoltrata per conoscenza anche alle altre sigle sindacali. L’azienda, che conta 91 dipendenti, è attiva da ottant’anni nel mercato internazionale del sollevamento industriale ed è una delle realtà storiche del tessuto produttivo varesino.
Una realtà solida che aveva affrontato la crisi senza mai ricorrere nemmeno alla cassa integrazione, tanto da meritarsi (lo scorso febbraio) un attestato di eccellenza in occasione della cerimonia per il centesimo anniversario di Confindustria.
A pochi mesi di distanza arriva la decisione di licenziare 38 dipendenti, chiudendo buona parte dei reparti produttivi. Le motivazioni addotte per giustificare questa scelta drastica trovano nella necessità di ridurre i costi l’unica spiegazione plausibile, ma nel documento prodotto dall’azienda viene esplicitata anche la prospettiva di un progressivo smantellamento dello stabilimento di via Roma, mettendo a rischio anche il futuro lavorativo degli altri 53 dipendenti.
Sulla questione è intervenuto Oscar Brun della Fiom Cgil: «La Donati annuncia licenziamenti senza essere mai nemmeno ricorsa alla cassa integrazione, senza aver mai provato un piano di rilancio, senza aver tentato strade alternative, è un autentico fulmine a ciel sereno. Chiaramente non staremo a guardare e abbiamo chiesto un incontro per capire meglio la situazione». Tanti i dubbi per il sindacalista: «Mi chiedo cosa sia cambiato da febbraio ad oggi per arrivare ad una situazione del genere, mi chiedo se non siano state nascoste delle informazioni che dovevano essere divulgate, altrimenti non si spiega come un’azienda possa passare dall’essere un modello virtuoso ai licenziamenti nell’arco di pochi mesi». E poi aggiunge una riflessione amara sulla situazione del mondo produttivo varesino: «Per Varese è un’altra azienda storica che se ne va. Il nome della Donati si aggiunge al lungo elenco di piccole e medie imprese già morte o in preda a una lunga agonia: Sices, Rutil, Mam, Irpe, Scam. Purtroppo stiamo perdendo tutta la ricchezza di questa provincia, le realtà della nostra industria stanno morendo una ad una nell’indifferenza delle istituzioni. Perché i nostri politici non dicono e non fanno nulla? E vogliono farci credere che la crisi sia passata…».
Alessandro Madron
f.artina
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