«Nei momenti di crisi bisogna ripensare i servizi e renderli più sostenibili».
Così, preside della scuola alberghiera De Filippi, sintetizza il difficile momento che sta attraversando il centro congressi. «Una realtà che nel futuro continuerà sì ad esistere, ma in una formula diversa» dice il preside.
Si teme per il personale: sono 19 i dipendenti in cassa integrazione in deroga da settembre che oggi rischiano il licenziamento. Si tratta di receptionist, amministrativi, addetti alle pulizie e al servizio di sala. «In questi giorni sono in corso trattative sindacali ed è un momento delicatissimo – commenta Baggio – Tutto ciò che sarà fatto avrà il fine di ottenere il massimo possibile sia per i lavoratori, che per la città che non perderà il De Filippi come istituzione».
Ripensare i servizi nel segno della sostenibilità significa riformulare proposte, rispondendo alla domanda del mercato. Le idee non mancano: «Stiamo pensando a un corso post diploma non accademico di formazione superiore – dice Baggio – Confidavamo nell’accademia di , ma il progetto non è stato finanziato. Così adesso i nostri diplomati devono andare a Colorno o a Bellinzona per specializzarsi. Potremmo aprire un percorso di studio dello stesso tipo con l’università dell’Insubria, ma per ora è tutto in fase germinale».
Una scuola di formazione di questo tipo sarebbe un’opportunità per il territorio anche in termini di occupazione. «Ma il territorio non può aspettare e basta, abbiamo bisogno di un aiuto da parte delle istituzioni – continua Baggio – Sono loro che potrebbero sostenerci in queste idee».
La stessa crisi che ha portato il centro congressi a ridimensionarsi non ha intaccato la scuola alberghiera, i cui studenti sono ogni anno di più.
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