Decolla il falco anti piccione A Varese la guerra è in volo

VARESE Falchi e falconieri contro i piccioni in piazza. È la proposta che sta vagliando l’amministrazione varesina per liberarsi dall’infestazione dei fastidiosi pennuti. E in centro città potrebbe concretizzarsi anche molto presto, se sarà trovato l’accordo con i proprietari di falchi che non li tengono per incassare soldi ma da puri e semplici amatori.

«Il falco funziona di sicuro», spiega Gianmarco Rigotto, falconiere che sarebbe disponibile a dare una mano all’amministrazione, impegni permettendo. «Bisogna stare attenti però a come si impiega. Di solito non li facciamo volare in contesti molto affollati e il centro di Varese non è una zona tranquilla, ma basterebbe andare negli orari più tranquilli». Per ottenere il risultato, cioè lo sfollamento dei piccioni, non è infatti indispensabile che il falco svolazzi in giro all’ora dell’aperitivo. Serve invece che lo faccia più

volta a settimana, almeno tre o quattro. «Il volo dura poco, cinque o dieci minuti di solito. Se viene ripetuto per più giorni sicuramente i piccioni se ne vanno, questo lo verifichiamo noi stessi nelle zone dove andiamo di solito». Per passare dalle parole ai fatti servono altri due o tre falconieri volontari che diano la disponibilità anche solo una volta a settimana.

Sul fronte dell’amministrazione le braccia sono spalancate. Il problema dell’invasione dei piccioni è ormai noto più o meno a tutti i varesini e andrà risolto, in un modo o nell’altro: stanno assediando i tavolini dei bar in centro ben più di quanto non abbiano fatto negli ultimi anni. «Non abbiamo numeri precisi per dirlo – chiarisce l’assessore alla Tutela Ambientale, Stefano Clerici – perché fare uno studio accurato costa 5mila euro e ne vanno fatto sia uno preliminare, sia uno finale a un anno di distanza».

In assenza di indagini certificate ci si basa sulle stime e sulle impressioni, e se le stime dicono che a livello cittadino siamo più o meno sugli stessi livelli del 2009, le impressioni dicono che in centro sono molti di più. Ora, indipendentemente dal fatto che si siano moltiplicati o che ci sia stato un “trasloco” di quelli che stavano in periferia, varesini e baristi ne hanno le scatole piene e in un modo o nell’altro se ne vogliono liberare. «Sono andato a farci due parole nei giorni scorsi e si sono detti disponibili anche a metterci qualcosa pur di risolvere il problema».

s.bartolini

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