AZZATE Mano tesa verso il sindaco dimissionario: il gruppo leghista che lo sostiene gli chiede di ripensarci ma il primo cittadino Gianni Dell’Acqua non sembra intenzionato a fare passi indietro. Giornata movimentata ad Azzate con la querelle sulle dimissioni del sindaco che continua a tenere banco. Ieri mattina i consiglieri del Carroccio hanno tentato un’ultima disperata carta per salvare un’amministrazione comunale ormai agli sgoccioli. «Siamo un gruppo compatto, unito – dice il segretario cittadino Marco Leoni – siamo sempre stati disposti ad aiutarlo, sostenerlo, per risolvere problemi gravi che questa amministrazione comunale si è ritrovata ad affrontare. Lo aspettiamo nella riunione del lunedì, per confrontarci».
Il gruppo che lo aveva sostenuto fino a lunedì sera si aspetta un passo importante da parte di Dell’Acqua: «Avevamo proposto un rimpasto delle deleghe – dice Leoni – che lui non ha mai accettato. Il tempo per cambiare idea non manca». La situazione è davvero paradossale: l’impressione è che il gruppo veda nel sindaco, al quale chiede una nuova ridistribuzione degli incarichi, una sorta di uomo di rappresentanza.Dell’Acqua dal canto suo ritiene di aver svolto in pieno il proprio incarico senza aver bisogno di delegare ad altri le proprie deleghe (Urbanistica in primis).
L’immagine e la credibilità del sindaco sono state spazzate via da un’ora di conferenza stampa nella quale Dall’Acqua diventa anche «Schettino che abbandona la nave». Gli ex colleghi della maggioranza gli hanno chiesto di ritirare le dimissioni in nome di una serie di problematiche ancora aperte ad Azzate sulle quali è necessario avere una giunta che possa prendere decisioni per il bene della città: ci sono i soldi da trovare per garantire un futuro alla scuola materna, c’è la vicenda del residence 7 Laghi e il piano di lottizzazione Castello verso il quale la Lega è contrarietà.
>Sono state imputate a Dell’Acqua poca chiarezza e scarsa propensione a prendere decisioni soprattutto per dirimere le vicende più avvelenate. A fare passi indietro il sindaco dimissionario non ci pensa neanche un po’: «Ormai – replica – la mia decisione è stata presa. Ci saranno nuove elezioni e i cittadini giudicheranno. Non ho nulla di personale verso gli ex consiglieri della mia maggioranza, quando li incontrerò li saluterò cordialmente. Ma dal punto di vista politico si è rotta la fiducia».
b.melazzini
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