Napoli, 2 set. (Apcom) – Il treno della Circumvesuviana deragliato lo scorso 6 agosto nei pressi della stazione Gianturco a Napoli, viaggiava oltre i 20 chilometri orari consentiti in quel tratto ferroviario. È quanto emerge dai primi dati registrati dalla scatola nera del treno Etr Metrostar che quella mattina stava percorrendo il tragitto da San Giorgio a Cremano al capoluogo campano. Lo schianto provocò la morte di un passeggero, Giuseppe Marotta di 71 anni e il ferimento di una cinquantina di viaggiatore uno dei quali, Carlo Cautiero, 47 anni, morì alcuni giorni dopo essere stato dimesso dall’ospedale dove gli furono medicate fratture al malleolo e alla spalla.
L’esame di quanto registrato dalla scatola nera è ancora parziale ma è già emerso che il convoglio stesse viaggiando ad una velocità di oltre 60 chilometri orari. Sembrerebbe, dunque, confermata la causa del deragliamento, ossia una velocità troppo alta in quel tratto in cui i binari disegnano una curva. Al momento nel registro degli indagati figurano il macchinista del treno e due dirigenti della Circumvesuviana: l’amministratore unico dell’azienda e il direttore tecnico.
Secondo quanto si apprende il ferroviere, al momento dell’impatto, non era al telefono come avevano indicato alcuni testimoni. Le chiamate sul suo cellulare sarebbero state tutte effettuate o ricevute molti minuti prima lo schianto e subito dopo l’incidente.
Psc/Sar
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