Deragliamento Napoli/ Terrore in periferia, 71enne perde la vita


Napoli, 6 ago. (Apcom)
– E’ morto a 71 anni a causa
dell’emorragia provocata dalle sue gambe amputate dalle lamiere
del treno. Giuseppe M. era un cancelliere in pensione e si stava
recando in Circumvesuviana a Napoli quando, a pochi metri
dall’arrivo nella Stazione Centrale il treno sul quale viaggiava
è deragliato nella zona di Gianturco. Oltre al 71enne è in
pericolo di vita un ragazzo di 25 anni, attualmente in coma. Una
sessantina i feriti, alcuni dei quali gravi, medicati negli
ospedali della città.

L’inferno è scoppiato poco prima delle 12 in una giornata di inizio agosto in una città non del tutto abbandonata da pendolari e lavoratori. Il treno deragliato era partito dalla stazione di San Giorgio a Cremano poco prima delle 11 e faceva parte dei 26 nuovi Etr modello Metrostar, moderni convogli consegnati appena un anno fa. Il disastro è stato annunciato da un boato e poi dagli strilli dei passeggeri, alcuni dei quali sono stati sbalzati fuori dalle porte che si sono aperte all’improvviso. Il treno, due vagoni più la motrice, si è adagiato su un fianco e si è anche schiantato contro un palo.

Testimoni della sciagura alcuni operai delle piccole fabbriche esistenti nella zona e tante massaie che, impaurite, si sono affacciate alle finestre per capire da dove provenissero quelle urla. I primi soccorsi sono stati forniti proprio dagli abitanti di via Santa Maria di Costantinopoli alle Mosche, compresi alcuni extracomunitari che hanno aiutato i feriti. Due operai hanno, invece, tentato di salvare il 71enne che, però, aveva già le gambe tranciate ed aveva perso molto sangue. Il suo viso cianotico aveva, infatti, già fatto prevedere un triste epilogo.
Dopo l’sos lanciato per i soccorsi la zona è stata assediata da ambulanze e auto delle forze dell’ordine. Persino un elicottero si è levato in volo. Dopo circa un’ora tutti i feriti sono stati trasportati in ospedale ma, il bilancio che in un primo momento parlava di 30 persone, con il passare delle ore si è aggravato.

Soltanto l’esame della cosiddetta scatola nera del treno riuscirà a far luce su quanto avvenuto: se si tratti di errore umano o di deficit tecnici. Intanto, il macchinista, un uomo di 45 anni, con 20 anni di esperienza, sotto shock è stato interrogato dalla polizia. Qualche testimone dice di averlo visto parlare al cellulare prima dello schianto, qualcun altro sottolinea come la curva, che dovrebbe essere percorsa a 20 chilometri orari, è stata fatta in velocità. Difficile, in questo momento, capire quale sia la verità. Nel frattempo sono state aperte diverse inchieste, una anche dalla Regione Campania.

Psc/Lux

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