D’estate il caldo d’inverno il freddo: non va bene nulla

Cara Provincia, forse il caldo dà davvero alla testa, persino al sottoscritto che sta scrivendo questa breve lettera. Mi ricordo molto bene (e credo di non essere l’unico) il “temporale-armageddon” del luglio scorso. Quella tempesta che ha coronato l’estate 2014 come una delle più grigie di sempre. Dopo la maturità tutti gli studenti si aspettavano un gran bel sole festivo, tutti i lavoratori incupiti dal lavoro attendevano con gioia un’estate di relax, gli amanti del sole che speravano di abbronzarsi,

quasi tutti, persino qualche anziano, sognavano il bel tempo che non è alla fine arrivato. E di tanto in tanto si sentivano quelle voci che sospiravano al parco o sui marciapiedi: «Ma quando arriva il caldo?», oppure, «Quest’anno c’è solo acqua! Che estate da maglioncino di cotone!».
Ebbene, il caldo è arrivato da qualche settimana in compagnia di quello dell’anno passato, e non c’è soluzione per affrontarlo, se non con le solite raccomandazioni dei medici al telegiornale, ect. Eppure mi sorge spontanea una riflessione: al di là di queste due ultime estati, sapremo mai accontentarci del clima che accompagna le nostre giornate? Se smettessimo di sognare la neve ad agosto e se la finissimo col lamentarci dei geloni alle mani a San Silvestro impareremmo forse ad abbracciare una socratica via d’uscita all’insofferenza? Per non parlare di quei finti impegni, che come al solito, rimandiamo per via del caldo. Dopotutto Mark Twain diceva: «L’estate è quel momento in cui fa troppo caldo per fare quelle cose per cui faceva troppo freddo d’inverno».

Matteo Resemini