La vocazione artistica di Viggiù non si ferma solo alla grande figura del Butti e degli artisti che gli furono coevi.
Anche se certamente fu grazie alla loro presenza che la comunità viggiutese sviluppò questo profondo amore per l’arte e le tradizioni da conservare e valorizzare.
Un esempio è il Museo dei Picasass, nato agli inizi degli anni Ottanta del Novecento, «nell’ambito del piano di riorganizzazione del Museo Butti, voluto dall’allora Conservatore del Museo, Gottardo Ortelli, e dall’Assessore alla Cultura del Comune, Fausto Zani». Un modo per non perdere le tracce di una professione che ha caratterizzato il territorio.
Come si legge nella nota informativa dei musei viggiutesi «tale progetto fu realizzato al fine di evitare che, con la scomparsa degli ultimi scalpellini e con la chiusura delle cave e delle ultime botteghe, andassero perse importanti documentazioni relative all’estrazione e alla lavorazione della pietra. Nel 1983, nella casa studio di Enrico Butti, venne così allestita una prima esposizione sull’Arte dei “Picasass” che, con l’ausilio di bacheche e di tabelloni, illustrava le fasi salienti di quell’antico mestiere.
Visto il buon esito della manifestazione si organizzò un simposio al quale presero parte gli ultimi scalpellini di Viggiù e, si chiese loro, in vista di un allestimento permanente, di donare al Museo Butti gli attrezzi per la lavorazione della pietra, utilizzati durante la loro attività lavorativa. La richiesta ebbe un forte riscontro: numerose donazioni vennero e„ettuate a favore del Museo e si cominciò a costituire il primo nucleo del Museo dei “Picasass”».
Se il tempo porta inesorabilmente a perdere, molte volte, alcune tradizioni importantissime, esiste sempre un modo per evitare che un patrimonio venga dimenticato. La nascita del Museo dei Picasass è la dimostrazione della tenacia e della volontà, da parte dei cittadini e degli amministratori di Viggiù, affinché questo non avvenisse anche sul loro territorio. Per valorizzare il presente e costruire il futuro è fondamentale avere memoria del passato. Un plauso non può che andare all’impegno della comunità di Viggiù. Che sia di esempio anche per altri.