«Difendeteci. O aspettate il morto?» Angeli pronti alle “ronde” sui treni

L’allarme - Pendolari preoccupati. L’associazione guidata da Piazza: «Disposti a parlare con le Ferrovie»

– Sicurezza sui treni, è emergenza dopo l’ennesima aggressione sulle tratte ferroviarie lombarde. «Abbiamo paura» corre sui binari la preoccupazione dei pendolari. E i vigilantes di Trenord sono fermi ai box: «Governo inerte – denuncia l’assessore regionale ai trasporti – occorre rinforzare il contingente Polfer».
La sequenza di aggressioni sui treni lombardi fa sempre più paura, così per i pendolari è il momento di chiedere soluzioni e interventi efficaci per rendere più sicuri i loro viaggi.

Dal Comitato pendolari Gallarate-Milano, la linea ferroviaria su cui si è verificata l’ultima aggressione (molestie e tentata rapina a due ragazze all’altezza di Parabiago), si leva un grido di dolore: «È necessario arrivare al morto oppure qualcuno si sveglia e mobilita le necessarie unità delle forze dell’ordine fisse sui treni?».
A questa domanda fanno eco le considerazioni di , portavoce del Comitato Pendolari Trenord Busto Arsizio: «Chi va al lavoro o in università vorrebbe poter viaggiare con un minimo di serenità, senza quella sensazione di giocare a carte con la sorte sperando di non pescare la carta sbagliata. Purtroppo sui treni e in stazione, dove ci sono bivacchi di gente ubriaca, la situazione è drammatica. Non ci sentiamo al sicuro».
Il susseguirsi di episodi non fa che alimentare questa preoccupazione, ma le forze di sicurezza già fanno il massimo con i mezzi che hanno a disposizione.
Alternative? , presidente degli Angeli Urbani e promotore delle “missioni” di controllo sui bus, dopo gli analoghi episodi di violenza delle ultime settimane, si dice pronto ad allargare questa esperienza, appena avviata, anche alle stazioni ferroviarie: «Noi ci siamo, e siamo disposti a ragionare insieme alle compagnie ferroviarie per poter estendere il monitoraggio contro il disagio anche in stazione e sui treni».
Del resto i “vigilantes”, che Trenord aveva schierato in risposta all’aggressione con il machete ai capitreno a Villapizzone della scorsa estate, sono fermi ai box.
Motivi burocratici, visto che non avevano una qualifica “certificata”, anche se durante la sperimentazione (da settembre a gennaio di quest’anno), come spiega Trenord, «sono stati presidiati i treni considerati più a rischio, specialmente nelle fasce serali, e in quei mesi la percezione di sicurezza da parte degli utenti, rilevata con sondaggi, era salita notevolmente». Ora l’azienda è in attesa di poter rimettere in campo, sui treni e nelle stazioni, le nuove guardie formate, ma nel contempo chiede che intervengano le autorità preposte alla pubblica sicurezza.«La protezione dei clienti e del personale riguarda la sfera dell’ordine pubblico ed è di competenza delle forze dell’ordine – spiega Trenord – ma l’attuale contesto, nella sua complessità, richiede una coralità di azioni che si concretizza in progetti di “sicurezza partecipata”, secondo l’accezione che la stessa polizia ha più volte richiamato e messo in atto durante Expo: presidio del territorio e coordinamento tra tutte le forze in campo, ciascuna con le proprie competenze».
L’assessore Sorte è meno diplomatico, e dalle colonne dell’Eco di Bergamo punta il dito contro «l’inerzia del Governo che, nonostante la Lombardia abbia chiesto a più riprese di rafforzare il contingente Polfer nelle stazioni ferroviarie, non ha dato risposte concrete. Costringendoci a provvedere direttamente, per senso di responsabilità».