Diossina/A Taranto allarme cozze e ostriche:oltre limiti del 70%

Roma, 13 gen. (TMNews) – Frutti di mare altamente contaminati da diossine e policlorobifenili (PCB) nel Mare Piccolo di Taranto. A lanciare l’allarme sono il Fondo antidiossina e Peacelink, due associazioni ambientaliste che oggi nella città pugliese hanno reso noti i risultati delle analisi fatte svolgere dal laboratorio INCA (Consorzio Interuniversitario Nazionale di Chimica per l’Ambiente di Venezia, un centro altamente specializzato con una lunga tradizione nel campo delle diossine) su alcuni molluschi prelevati nei mesi scorsi nel piccolo golfo di mare sul quale si affaccia Taranto. Si tratta di ostriche, cozze San Giacomo, cozze di fondale e ‘cozze pelose’, le cui vendite incidono poco (tra il 5 e il 10%) sul mercato dei mitili di Taranto.

I valori emersi dai risultati superano i limiti di legge: diossine e PCB raggiungono i 13,5 picogrammi per grammo, quando la legge fissa un limite di 8, con uno sforamento quindi del +69%. Vuol dire che mangiando 100 grammi di questi molluschi si supera di 9 volte la dose tollerabile giornaliera di diossine e PCB, se consideriamo una persona del peso di 70 chili. Una donna di 50 chili, invece, supera di 13 volte la dose tollerabile giornaliera.

Fondo antidiossina e Peacelink hanno precisato che “le analisi non riguardano i mitili di allevamento su palo e su galleggiante long-line (i più commercializzati, ndr), che godono di una situazione presumibilmente migliore, in quanto non poggiano sul fondale. La diossina non è idrosolubile. Può essere assorbita dai molluschi se i fondali inquinati vengono smossi, essendo organismi filtratori di acque torbide capaci di trattenere il particolato in sospensione nell’acqua”.

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Sav

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