«Forza Italia rimarca e ricorda gli obiettivi, per marcare la differenza con chi ha governato prima di noi. Ma non c’è alcuna distanza rispetto al lavoro della giunta». Parola di Moreno Carù, vicesindaco e assessore al bilancio, che chiarisce la questione degli emendamenti al Documento unico di programmazione presentati dal suo stesso partito e rispedisce al mittente «le provocazioni» dell’ex sindaco Edoardo Guenzani che in commissione gli ha chiesto se si sarebbe presentato dimissionario al consiglio comunale di questa sera.
L’aspetto politico lo lascio al mio commissario cittadino, per me valgono le sue parole. Come la fiducia del sindaco: dovrà essere eventualmente lui a dirmi altro. Il partito ha tutto il diritto di precisare o rimarcare una posizione. Nel DUP, già mesi fa, prevedevo una sistemazione degli asset di Amsc a step, poi siccome Silvestrini e Lovazzano hanno strumentalizzato ciò che è contenuto a pagina 13 – dicendo di essere d’accordo quando nei fatti non hanno fatto nulla di quello che c’è scritto – il partito si è sentito in dovere di rimarcare una differenza.
Il partito deve avere ruolo di stimolatore, ricordando gli obiettivi di mandato. Siccome Forza Italia ha visto questo attacco delle opposizioni, leggo la presa di posizione come una volontà di rimarcare che l’amministrazione deve andare in una certa direzione. Ma nulla di più né di meno di quanto scritto nel mandato elettorale. Un esempio? Se si ipotizza di anticipare il piano industriale di Amsc, non c’è dubbio che nel Dup di luglio questo sarebbe stato inserito.
È inutile nasconderlo, c’è stato disappunto sul metodo degli emendamenti, ad esempio da parte di Carabelli e Martignoni. Ma siamo ancora una maggioranza un po’ giovane, c’è qualche ingranaggio da oliare meglio.
Probabilmente la cessione della Commerciale Gas è l’origine di tutti i problemi. È stata un’operazione-boomerang, sull’unico asset che produceva utili tra tanti in perdita, da sistemare: non stati nemmeno in grado di darci integralmente i soldi ottenuti dalla vendita gas, perché oggi le norme sono più cogenti e stringenti. Mi spiace contraddire Lovazzano, ma non è che gli 870mila di dividendo li abbiamo lasciati in Amsc perché siamo bravi e possa goderne, ma perché Amsc non è in condizione di potercelo dare.
C’è una coda che si trascina, gli effetti delle scelte fatte negli ultimi 5 anni si protraggono e generano vincoli da rispettare, a partire da contratti e convenzioni e dall’aleatorietà derivante dai contenziosi urbanistici. Basta pensare a fonti di entrata prospettate nel 2015, che non ci sono o sono molto più basse, dagli oneri di urbanizzazione alle sanzioni al codice della strada.
Le nostre scelte ci sono: mantenimento delle risorse per la cultura, investimento sul Pgt per rendere più appetibile la città, forte spinta al recupero dell’evasione. Avremmo voluto anche ridurre le tasse ma dovremo rimandare più in là. Purtroppo però dire che l’ente ha soldi da spendere per accontentare tutto e tutti sarebbe una frottola.