Parigi, 6 giu. (Apcom) – Gli Stati Uniti forniranno alla Francia dei sonar e altri mezzi acustici per la localizzazione dell’Airbus A330 scomparso in volo sull’Atlantico lunedì scorso: lo ha reso noto l’Ufficio di Inchieste e Analisi francese (Bea), mentre le analisi degli ultimi dati trasmessi dell’apperecchio confermano che il pilota automatico non era inserito.
L’equipaggiamento sonar verrà montato su due navi che si stanno recando sulla zona dove si sarebbe inabissato l’apparecchio; un’area situata a 100 miglia nautiche dalla dorsale oceanica e dove la profondità media è di 4.600 metri. In tali condizioni recuperare le scatole nere dell’Airbus A330 dell’Air France equivale a ritrovare il proverbiale “ago nel pagliaio”, secondo gli esperti.
Le “scatole nere” – il Cockpit Voice Recorder e il Flight Data
Recorder, in realtà verniciate in arancione per una migliore
visibilità – sono progettate per resistere a una pressione di
circa 600 atmosfere, ovvero 6mila metri di profondità, e sono in
grado di emettere un segnale elettronico di rilevamento per circa un mese – sempre che l’emettitore non si sia distaccato nell’impatto.
Condizione necessaria per il recupero quindi è rilevare il
segnale, altrimenti “è fuori questione utilizzare un sommergibile per rastrellare migliaia di chilometri quadrati”, come spiega Pierre Cochonat dell’Ifremer: “Se si arriva a delimitare una zona di poche miglia nautiche di raggio, si può fare, altrimenti è come cercare un ago in un pagliaio”.
Il problema è che sott’acqua il segnale è rilevabile ad una
distanza massima di circa 1.500 metri, mentre la profondità sul
presunto luogo del disastro è compresa fra i 3mila e i 5mila
metri: una possibilità è l’utilizzo di un “pinger”, un sonar
calato a tre chilometri di profondità e trainato da una nave
madre, con la limitazione che la ricerca dev’essere effettuata a
velocità molto basse.
In caso di ritrovamento, spetterebbe all’Ifremer cercare di
recuperare le due scatole nere, sia con il sommergibile con
equipaggio “Nautile” – utilizzato nelle ricerche del relitto del
Titanic – che con il robot “Victor”, dotato di maggiore
autonomia. In linea di principio non vi sarebbero problemi per il trasporto in superficie, sempre che le scatole nere non siano
bloccate nella carlinga: sia il “Nautile” che il “Victor” sono
dotati di braccia telecomandate in grado di manipolare oggetti.
Ma, come sottolinea Cochonat, la zona dove si sarebbe inabissato
l’A330 presenta un fondale “molto confuso e caotico: ci troviamo
in prossimità della catena montuosa che attraversa tutto
l’Atlantico, un paesaggio di crepacci e rilievi vulcanici”. La
“Pourquoi pas”, la nave dell’Ifremer con a bordo i sottomarini,
non dovrebbe comunque giungere in zona prima di cinque giorni.
Il Cockpit Voice Recorder e il Flight Data Recorder potrebbero
rappresentare l’unica speranza di gettare luce sulle cause del
disastro: l’A300, con 228 persone a bordo, era scomparso dagli
schermi radar mentre attraversava una forte (ma non eccezionale, secondo la Bea) perturbazione a oltre 500 chilometri dalle coste brasiliane, senza che sia stato captato alcun segnale di soccorso, automatico – come accade in caso di condizioni di volo anomale – o da parte dell’equipaggio.
Unica traccia, una serie di 24 messaggi automatici di avaria o arresto di sistemi (trasmessi con identico formato anche nel caso in cui sia l’equipaggio ad escludere volontariamente un sistema) che segnalavano avarie di natura elettrica, brusche variazioni di quota e velocità e altri danni e malfunzionamenti progressivamente più gravi, tutto nell’arco di 4 minuti. In particolare, il pilota automatico risulta disinserito ma va notato che in condizioni di volo anomale – in cui non riesce più a garantire la stabilità dell’apparecchio – è previsto che si distacchi automaticamente per permettere all’equipaggio di effettuare le correzioni necessarie.
Secondo gli esperti si tratterebbe più di un effetto dell’incidente (probabilmente la progressiva frammentazione dell’apparecchio, precipitato da oltre 10mila metri di quota) che non un riflesso della sua causa; proprio l’assenza di un sos di qualsiasi genere farebbe pensare che qualsiasi incidente possa essere occorso debba essere stato gravissimo ed essere avvenuto in tempi estremamente rapidi, tali da non dare all’equipaggio la possibilità di reagire.
(con fonte Afp)
Mgi
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