MILANO – Uno stanziamento di 6 milioni di euro, reparti sempre più specializzati e un lavoro capillare sul territorio. È questa la strada intrapresa dalla Regione Lombardia per combattere i disturbi del comportamento alimentare. Lo ha ricordato l’assessore regionale al Welfare, Guido Bertolaso che, in occasione della Giornata Mondiale dedicata a questa problematica, ha partecipato insieme all’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, al convegno ‘Come ti nutri?’.
Al Collegio San Carlo di Milano, sono intervenuti il presidente dell’Auxologico, Mario Colombo; l’attrice e conduttrice televisiva, Martina Colombari e Viola Sella, ginnasta di punta della nazionale italiana di ritmica.
Bertolaso: una vera e propria emergenza silenziosa
“Combattere il disagio giovanile nelle varie sfaccettature che sta assumendo – ha detto l’assessore Bertolaso – è una priorità assoluta della Regione. Siamo davanti a una vera e propria emergenza silenziosa. Abbiamo appena stanziato 6 milioni di euro per affrontare questo problema, pensando anche ad aumentare i reparti specializzati per assistere e gestire queste tematiche”.
Per farlo al meglio però, secondo l’assessore, è necessario interrogarsi sul ruolo del medico.
“Cos’è se – ha detto Bertolaso – non il sacerdote laico di questa nostra società? Qualsiasi struttura sanitaria che partecipa alla realizzazione di questa grande rete di assistenza sanitaria è una realtà laica che si prende cura della persona. In questa legislatura vogliamo costruire una medicina sempre più vicina alla persona, che sfrutti la tecnologia in modo però che sia sempre al servizio della persona”.
“Questo – ha aggiunto – mi spinge a incontrare medici e personale per spiegare senso della loro missione, il medico non può essere un mercenario. Il medico deve avere un approccio opposto, deve essere al servizio della comunità. E per farlo stiamo cercando di portare avanti una piccola rivoluzione culturale”.
Intercettare i disturbi è la grande sfida
Riprendendo la metafora di monsignor Delpini che, in un’intervista, aveva paragonato i ragazzi a una Ferrari che si muove fra vicoli stretti, Bertolaso ha specificato che “È molto più difficile intervenire sui problemi della salute e del disagio mentale, delle dipendenze e dei disturbi alimentari piuttosto che su quelli del corpo. Stiamo lavorando partendo dalla consapevolezza che se arrivano così tanti ragazzi vuol dire che si è già nella fase terminale e che, quindi, la Ferrari è già andata a schiantarsi. La malattia legata a questi disturbi è subdola e intercettarla è la grande sfida. I numeri purtroppo ci dicono che la situazione sta peggiorando, è un’emergenza silenziosa e il farmaco salvavita non ancora è pronto”.
“Diventa dunque fondamentale – ha aggiunto Bertolaso – lavorare con le scuole, le famiglie, le associazioni sportivi e gli oratori per prevenire questi disturbi. Oggi, purtroppo, nei Pronto Soccorso di questa regione arrivano 3-4 casi al giorno, rispetto a 1 o 2 al mese del periodo pre Covid. Abbiamo avviato un’indagine epidemiologica per conoscere il fenomeno nel dettaglio e agire di conseguenza”.
Monsignor Delpini: dolore interiore che imprigiona il corpo
“Sono preoccupato per la sofferenza lancinante e silenziosa di tanti ragazzi e ragazze – ha sottolineato l’arcivescovo Delpini -: un dolore interiore, che invade e imprigiona il corpo, privandolo di gioia, di speranza e infine anche della vita. La Chiesa naturalmente non è una comunità terapeutica ma siamo qui per dire che, in particolare attraverso la Fondazione Oratori Milanesi, abbiamo una preoccupazione educativa, desideriamo prenderci cura di questa situazione e dire ai ragazzi che ciascuno è amabile così com’è, che non ha bisogno di assomigliare ad altri, è che è capace di amare”.
Presidente Colombo: sfida per misurare l’organizzazione sanitaria
“I disturbi del comportamento alimentare – ha concluso Mario Colombo – rappresentano non solo una sfida per la ricerca scientifica e per l’intervento clinico, ma anche un ambito dove misurare l’efficienza e l’efficacia di risposta della nostra organizzazione sanitaria in uno con la sensibilità del nostro sistema educativo. La tempestività con la quale viene riconosciuto nell’adolescente e nel giovane il disagio che potrebbe determinare il disturbo del comportamento alimentare è fattore di successo per sua prevenzione e cura”.
Durante i lavori è stato presentato un percorso formativo online a disposizione di educatori, società sportive e associazioni disponibile sulla piattaforma online della FOM (www.oramiformo.it) che si propone di aiutare gli educatori a riconoscere i sintomi che conducono ai disturbi del comportamento alimentare.