Ditta in fiamme a Malnate Caccia aperta ai piromani

MALNATE È una frase fatta, ma corrisponde alla verità: gli inquirenti stanno investigando a trecentosessanta gradi. Il mistero del rogo di Malnate è ancora tale. E anche se i carabinieri si dicono certi di poter risalire ai colpevoli (tra esecutori e mandanti), sanno comunque che ci sarà bisogno di tempo e di pazienza per stringere il cerchio.

I titolari dell’Edilma srl, la società che ha sede a Malnate in via Guida Rossa 12, si chiudono nel silenzio. Il danno economico che hanno patito è notevole: oltre ai tre camion distrutti, sono totalmente inagibili gli uffici e gran parte del deposito. Ma gli imprenditori sanno che, nei prossimi giorni, dovranno affrontare anche il carico di sospetti che, inevitabilmente, accompagnano eventi di questo genere. Soprattutto quando le vittime appartengono a settori ritenuti “delicati”, come quello della movimentazione di terra.

Quello che è certo, è che chi ha appiccato il fuoco martedì sera, attorno alle 21.30, sapeva il fatto suo. Le vampe sono state appiccate contemporaneamente in diversi punti. Ciò fa ipotizzare che ad agire siano state più persone, anche se non può essere escluso che l’incendio sia opera di un solo piromane esperto. Per assicurare il maggiore danno possibile, gli incursori hanno anche bucato il serbatoio dei camion parcheggiati, facendo fuoriuscire il gasolio. E proprio dai veicoli sono partite le esplosioni che hanno allarmato le persone che, a Malnate, abitano nelle vicinanze della zona industriale di via Rossa.

I vigili del fuoco hanno faticato per spegnere tutti i focolai, e il cessato pericolo è stato dichiarato soltanto ieri mattina. Ma i pompieri hanno lavorato bene, e nessuno dei capannoni che confinano con la Edilma è stato interessato dal falò. Ieri mattina, i carabinieri della compagnia di Varese hanno setacciato l’area della ditta alla ricerca di indizi. É stato prelevato l’impianto di registrazione, quello che conserva le immagini riprese dalle telecamere di sorveglianza. Ma anche questo è stato avviluppato dalle fiamme: toccherà la società che l’ha venduto cercare di recuperare, se possibile, le riprese di quella serata.

L’attenzione dei militari si è estesa anche alle altre videocamere della zona, che potrebbero aver ripreso i piromani in arrivo o in fuga. Secondo la prima ricostruzione, gli incendiari sarebbero entrati attraverso un cancello laterale, per non dare nell’occhio. Hanno avuto fortuna, se si vuole: la stradina che porta all’ingresso secondario costeggia un prato che spesso e volentieri è utilizzato dai ragazzi per amoreggiare sulle auto. I titolari dell’Edilma, che ha sedi anche in provincia di Como, avrebbero negato di aver mai ricevuto intimidazioni o minacce. In un’ipotetica classifica degli indiziati, in cima ci sono senz’altro i concorrenti in un settore dove spesso e volentieri ha messo mano anche la criminalità organizzata. Come vuole la prassi, gli investigatori stanno verificando anche la copertura assicurativa della ditta. L’inchiesta è affidata nelle mani del sostituto procuratore Sara Arduini.

b.melazzini

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