TAINO Un coro unanime per dire no all’abbandono dei rifiuti sul piazzale della chiesa parrocchiale di Santo Stefano. Ma non a tutti piace la soluzione prospettata dall’amministrazione comunale: un’isola ecologica recintata nel bel mezzo della piazza, proprio di fronte alla vecchia casa del sagrestano, oggi patrimonio della Curia. Una soluzione per alcuni fedeli poco rispettosa e decorosa per l’edificio sacro del paese: per questo c’è chi sarebbe pronto a raccogliere firme per dire no al progetto.
I lavori sono iniziati due giorni fa e le polemiche e i mormorii corrono fra i banchi della chiesa e fra i tavolini del vicino bar che si affaccia sulla piazzetta. Pur condividendo la necessità di restituire decoro al sito, troppo spesso teatro d’inciviltà e invaso dai sacchi della spazzatura accatastati in un angolo, alcune parrocchiane non hanno accolto con favore la scelta di posizionare una specie di box fra gli attuali parcheggi.
«La decisione – precisa il sindaco Pier Carlo Moscatelli – è stata assunta per conferire decoro alla piazza per metà del Comune e per metà della parrocchia ed è pienamente condivisa dal parroco don Ambrogio Marcazzan, in questi giorni in vacanza con i ragazzi dell’oratorio. Con lui abbiamo valutato la collocazione dell’isola ecologica: non troppo a ridosso delle case o della chiesa, non troppo vicina al bar e all’idrante, ma ad una distanza che non dia fastidio».
Il gabbiotto, delle dimensioni di un posto auto e alto 1,40 metri, «non creerà problemi alla viabilità – assicura il sindaco – che sarà anzi regolamentata per scongiurare il parcheggio selvaggio durante le messe domenicali. Provvederemo a ridisegnare i parcheggi. Ci saranno anche due posti in più per le moto». Gianluca Giarola, responsabile dell’ufficio tecnico comunale, descrive il progetto: «L’isola ecologica, dove gli abitanti della zona potranno collocare i rifiuti, sarà chiusa alla vista da pannelli d’arredo
traforati. Sarà posta una griglia per consentire il lavaggio della piazzola. Per questi lavori spenderemo diecimila euro e saranno ultimati in settembre». «Ma non potevano mettere dei cassonetti per differenziare i rifiuti?» è invece il commento di un avventore del bar. Per Giarola questo avrebbe significato sacrificare più spazio. La soluzione però non convince: e c’è chi pensa ad una raccolta di firme per dire no a questa “intrusione” nella piazza che limita la prospettiva sulla chiesa e il sagrato.
b.melazzini
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