Dopo gli spari Malnate ha paura Si stringe il cerchio sull’aggressore

MALNATE «Di colpo sembra di essere tornati indietro negli anni Ottanta-Novanta». È un quartiere che inorridisce e si ribella ma, dopo la sparatoria di sabato notte, tra le persone più anziane di “Malbocc” il commento più amaro è anche quello più frequente. Sì perché quella raffica di colpi di pistola che ha ferito gravemente il tunisino di 25 anni, Anis Gaied, in piazza Cavour ha riportato la mente indietro a quegli anni. Il giovane è ancora ricoverato in prognosi riservata, ma dovrebbe caversela. Il suo aggressore invece potrebbe avere le ore contate: gli inquirenti avanzano l’ipotesi di un regolamento di conti nell’ambiente della droga e seguono una pista.

La lancetta è tornata indietro di un ventennio, quando la violenza, le aggressioni anche con le pistole a Malnate erano fatti di ordinaria quotidianità. I proiettili dell’altra notte devono però far riflettere: «Le statistiche delle forze dell’ordine – dice Marco Damiani – sono innegabili e rappresentano la nostra città come 20 anni fa in cui eravamo ai livelli di criminosità registrati a Quarto Oggiaro. Se non si riescono a contrastare i piccoli vandalismi e i piccoli reati diventa poi difficile credere che si riesca a contrastare le cose più grandi come quanto accaduto sabato. È dovere dell’amministrazione comunale, in collaborazione con le forze dell’ordine, garantire la sicurezza ai suoi cittadini».

Un ritorno alle origini anche per il consigliere comunale Mario Barel: «Purtroppo non credo che sia effetto dei tempi di crisi, c’è un incremento della microcriminalità, sono allibito. Pensavo che queste cose a Malnate fossero risolte da tempo, avevo la sensazione che problemi così importanti di criminalità non ce ne fossero, dai tempi delle grandi sparatorie. C’è però un’escalation – aggiunge – che è sotto gli occhi di tutti. La mia mente va indietro negli anni.

Un episodio del genere non può passare sotto silenzio». Il parroco don Francesco Corti, invece, ne ha dato una chiave sociale: «La violenza – dice il sacerdote – è un fatto terribile. L’ideale sarebbe non fermarsi a guadagni immediati che sembrano risolvere tutti i problemi ma che in realtà ne creano di nuovi con il rischio di finire in galera o sparati. Il Far West a due passi da casa fa impressione. Ci vanno di mezzo una serie di giovani sfruttati da questa polvere che non è di certo borotalco. Speriamo che il giovane si riprenda e abbia la forza di cambiare vita».

Molto preoccupato anche l’assessore alla sicurezza Francesco Saverio Prestigiacomo: «Un minimo di punto della situazione con i carabinieri – sottolinea l’esponente di giunta – andrà fatto, quando si arriva alle pistolettate c’è più di una preoccupazione. Sono fatti che devono far riflettere, c’è purtroppo un’esasperata espansione di queste vicende. Qua non si parla più di fioriere spaccate, cominciamo a essere più preoccupati. Serve più continuità rispetto ai controlli promossi nelle scorse settimane dal Prefetto con i carabinieri».

b.melazzini

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