LAVENO MOMBELLO È arrivata la beffa. Perché per far fronte ai tagli statali che hanno fatto salire a 16 milioni di euro il deficit di esercizio della Gestione governativa laghi, che cura anche la navigazione sul lago di Como e quello di Garda, sono scattati gli aumenti delle tariffe dei biglietti.
Si tratta di rincari nell’ordine del 25% sulle singole tratte, e del 10% per quanto riguarda gli abbonamenti e le corse semplici di andata e ritorno. Risultato: alla minor frequenza dei collegamenti e ad alcune soppressioni, sia sulla parte italiana, sia sulla parte svizzera del bacino, si affiancano i biglietti più cari. E non di poco. Si tratta infatti di un incremento considerevole che, dopo aver ricevuto l’avvallo di Roma, è entrato in vigore domenica.
Questi rincari, stando a quanto dichiarato dal direttore Massimo Checcucci, compenseranno però solo in parte il mancato versamento dei sussidi statali. «Di sicuro – analizza Checcucci – non saranno sufficienti a far fronte ai tagli. Il peso è ormai arrivato a quota 16 milioni di euro se si considera il deficit globale di esercizio». Con il rischio di nuove misure di contenimento, sul fronte della razionalizzazione delle corse, anche per il prossimo orario estivo.
Intanto il prossimo 20 aprile sono a rischio alcuni collegamenti. «Si porta a conoscenza la clientela che la segreteria nazionale della Filt-Cgil – chiarisce una nota della società di navigazione – ha proclamato uno sciopero nazionale di 8 ore per il giorno venerdì 20. Nel dettaglio la fascia a rischio è quella che va dalle 8.40 alle 16.30. Le corse d’orario in quel periodo o in quello immediatamente successivo potranno pertanto essere soppresse o subire ritardi».
b.melazzini
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