GORLA MAGGIORE Si chiama Abdel Akim Kenta è un marocchino di 25 anni ed è stato arrestato dagli uomini del commissariato di polizia di Gallarate. La sua particolarità? Semplice, si tratta di uno dei pochi pusher ad essersi guadagnato la ribalta televisiva. Si tratta infatti dello spacciatore con il machete che ha aggredito e allontanato l’operatore delle Iene impegnato in un servizio sul “parco dello spaccio” ovvero l’ampia area boschiva che da Malpensa si allunga verso il legnanese.
L’immagine, mandata in onda lo scorso 21 aprile dalla nota trasmissione di Italia Uno, era diventata celebre in tutta Italia: Kenta, maglietta nera capelli rasati, gonfiava i muscoli del braccio destro impugnando una lunga e affilata lama e gridando all’operatore in incognito «tu no, tu non passi, sei uno sbirro». Un invito tanto esplicito da spingere l’operatore ad allontanarsi in tutta fretta con il rischio di prendersi una coltellata. A Kenta, come a tutti gli altri spacciatori che infestano i boschi del Basso Varesotto, la polizia ha dato una caccia serrata.
Sino ad arrestarlo l’altro ieri a Gorla Maggiore, nell’ormai nota località “macchina bruciata” (così i clienti chiamano il punto d’accesso al bosco dove incontrano i loro spacciatori perché anni fa, lì si trovava un’auto data alle fiamme), probabilmente la stessa zona dove «Le Iene» avevano incontrato il pusher e i suoi complici.
L’uomo è stato ammanettato mentre usciva dall’area boschiva a «fine giornata di lavoro». Addosso non aveva droga, perché cocaina ed eroina (le due sostanze spacciate nei boschi con predominanza di coca e un ritorno all’eroina che risale a 3, 4 anni fa), vengono seppellite dagli spacciatori sotto il terriccio boschivo, così come avviene con machete e coltelli, le armi usate per difendersi da forze dell’ordine, clienti aggressivi o concorrenti decisi a rapinare i rivali.
s.bartolini
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