LAVENA PONTE TRESA Settimana scorsa era stato il muro. Ora la Lega dei Ticinesi ci riprova con l’ecotassa. E nel mirino ci sono sempre i frontalieri. Con un nuovo attacco contro la libera circolazione, sancita da un referendum approvato in Svizzera, dalle colonne del “Mattino”, il giornale della Lega dei Ticinesi di Giuliano Bignasca. A lanciare la nuova proposta è il direttore del dipartimento delle Istituzioni Norman Gobbi, uno dei due esponenti leghisti al Consiglio di Stato. Che propone l’idea, «necessaria a bilanciare il carico ambientale», generato dal movimento dei frontalieri in tema di traffico e quindi inquinamento, come argine per tutelare il mercato del lavoro interno.
«I casi sono sempre più numerosi e diventano significativi anche per la loro sfacciataggine. La sostituzione della manodopera indigena e residente con lavoratori frontalieri è diventata pandemica, in particolare – scrive Gobbi – nel settore terziario dei servizi. Il Cantone Ticino applica procedure già più formali rispetto altri Cantoni, proprio per un migliore e più puntuale controllo. Queste procedure sembrano però non fermare la sostituzione in atto, che ha portato a oltre 10mila i residenti in cerca di lavoro e la fascia d’età tra i 15 e i 29 anni ad essere la maggiormente toccata dal fenomeno della disoccupazione».
Da qui le contromisure. «Quali mezzi per raggiungere l’obiettivo di ridurre il numero di frontalieri e aumentare l’occupazione dei residenti? Da un lato – fa sapere Gobbi – le proposte leghiste di introdurre delle regole chiare per le assunzioni negli enti pubblici e parapubblici, così come per le imprese che intendono partecipare ai concorsi d’appalto. Dall’altra la possibilità di introdurre una ecotassa sui frontalieri, in modo da bilanciare il carico ambientale generato e non certamente coperto dalle imposte alla fonte prelevate, di cui il 38.8% viene versato ai Comuni di frontiera. Oppure agire sul piano legale».
Arrivando fino allo stop degli accordi bilaterali di libera circolazione. «Accordi votati dal resto degli svizzeri ma bocciati ben due volte dai Ticinesi che all’articolo 10, in cui afferma che ai frontalieri non è applicabile alcun limite – evidenzia Gobbi -. Per questo si dovrà chiedere a Berna, in via precauzionale essendo la situazione contingente del Cantone Ticino non paragonabile con altri Cantoni, di sospendere l’applicazione per il Ticino l’accordo sulla libera circolazione delle persone tra Svizzera e Ue ai frontalieri dipendenti e autonomi nonché ai lavoratori distaccati, in modo da poter reintrodurre i contingenti a salvaguardia dei ticinesi e del dumping salariale».
b.melazzini
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