– Una lettera ai direttori dei telegiornali e dei giornali nazionali, per vedersi restituita l’onorabilità anche a livello mediatico. Mittente il sindaco di Brenta scarcerato qualche giorno fa dopo alcuni giorni trascorsi agli arresti domiciliari con l’accusa di falso e favoreggiamento.
«Sono stato sbattuto su tutte le prime pagine quale contraltare al sindaco di Quarto, per la via vicenda che mi ha visto agli arresti domiciliari per un “disguido” chiarito dal gip dopo solo una settimana» la premessa del primo cittadino di Brenta, che si toglie un po’ di sassolini dalle scarpe, anche nei confronti del M5S, che ha organizzato una manifestazione “nazionale” sotto il municipio di Brenta, per chiedere le sue dimissioni.
«Mi sono visto considerare come il peggiore dei criminali – prosegue la lettera – per effetto di una diatriba messa in atto dal Movimento 5 Stelle che essendo sotto attacco per la vicenda di Quarto doveva trovare un capro espiatorio, in questo caso io, con la mia disavventura locale e per la mia storia di iscritto al Pd». Il sindaco dedica un passaggio della missiva anche alla magistratura. «Non ho nulla da lamentare per quanto fatto da magistratura e forze dell’ordine ma consiglierei solo maggiore prudenza prima di procedere all’assunzione di gravi procedimenti» afferma Ballardin, che poi si rivolge ai mass media nazionali, detentori di un potere mediatico enorme. «Sarebbe necessaria una maggiore verifica prima di sbattere il mostro in prima pagina – scrive il sindaco – la tua storia personale viene distrutta e assieme a questo il tuo percorso di onestà su cui hai costruito con fatica la tua vita».
Il primo cittadino aspetta ancora le scuse dei grillini e le rettifiche delle testate nazionali. «Mi sarei aspettato le scuse da chi ha strumentalizzato ad arte questa situazione perché dovrebbe fare parte dell’etica politica – afferma Ballardin – mi sarei aspettato anche che le testate nazionali Tg1, Tg2, Rai3, Porta a Porta, Reti Mediaset e stampa, che si sono prestate a questo gioco, avessero provveduto a rettificare, magari con una piccola notizia; niente di tutto questo è avvenuto perché la notizia di una persona onesta, semplice e normale non fa scalpore e non interessa nessuno».
L’amaro in bocca del sindaco di Brenta è alimentato anche da altre considerazioni. «E’ una vicenda che farò fatica a superare e che costa moltissimo a me e alla mia famiglia – conclude – ho visto grande solidarietà a livello locale ma grande insensibilità a livello nazionale, compreso il partito in cui milito da 40 anni, ma anche da parte di organizzazioni che dovrebbero rappresentare i Comuni come Anci, Uncem e Upel. Anche un sindaco onesto, quale io mi ritengo, è solo di fronte ad un’ingiustizia fai da te, che ti considera a torto e senza conoscere i fatti, una ladro».