Dopo un anno chiuse le indaginiper la tragedia di Baraggia

Un anno fa la tragedia di Baraggia, quando nel corso della sagra patronale una macchina fuori controllo piombò sulla folla, falciando una dozzina di persone. Tra di esse la giovanissima Alessia Apollonio, 14 anni, che cessò di vivere all’istante. Oggi, ad un anno esatto di distanza, Salvatore Arnone, l’uomo che era alla guida della Opel Meriva impazzita, ha ricevuto l’avviso di chiusura indagini e la formale imputazione per omicidio colposo e lesioni plurime a carico dei numerosi feriti,

13 in tutto (alcuni dei quali con lesioni gravi permanenti), che furono travolti dalla sua macchina. Arnone, operaio, 53 anni, residente a Viggiù, rischia ora una condanna fino a 10 anni (beneficia della vecchia normativa: con la nuova, entrata in vigore dopo la tragedia, le pene edittali sono superiori). L’incidente fu causato, come è stato accertato dai sanitari, da una improvvisa crisi epilettica che lo colse mentre era alla guida, facendogli perdere il controllo del mezzo. Una circostanza che non lo scagiona affatto. Anzi. Perché, ipotizza il pm Agostino Abate, l’uomo era consapevole del suo stato, sapeva cioè di essere soggetto a crisi frequenti e avrebbe dovuto segnalarlo, e astenersi dalla guida. Peraltro, sono numerose le parti offese: 14, compresi i familiari della povera Alessia, e almeno due o tre feriti con lesioni gravi permanenti. E l’assicurazione ha un massimale per responsabilità civile oltre il quale difficilmente potrà andare.

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