Doppia laurea o fuga all’estero Ecco chi sono i ragazzi dei test

Ieri all’Insubria 812 candidati per 326 posti in professioni sanitarie
Molti vogliono iper professionalizzarsi. Grande esodo dal Sud

– «Per me quella di fisioterapia sarebbe la seconda laurea. Ho già il titolo di nutrizionista, ma ho scelto di perfezionarmi per essere più competitivo sul mercato del lavoro». Come, di Cassano Magnago, sono in tanti a tentare il test di ammissione ai corsi di laurea triennali delle professioni sanitarie dell’Insubria avendo già un diploma di laurea.
Alcuni già lavorano – come Luca, che è istruttore in palestra – ma vogliono continuare a investire sulla propria professionalità.

Un altro esempio è , di Varese, anche per lui fisioterapia sarebbe una seconda laurea: «Ne ho già una in scienze motorie – spiega – al posto di scegliere una specialistica di due anni, ne aggiungo uno e mi prendo un titolo diverso, che mi può aprire qualche strada in più».
Stessa idea quella d e di , che hanno studiato scienze motorie e che vogliono anche il titolo di fisioterapista, perché «con due lauree si ha più speranza di trovare un lavoro».
È encomiabile la tenacia dei giovani disposti a raddoppiare la preparazione sui libri per avere una carta in più da giocare nel mondo del lavoro. Nello stesso tempo, la seconda laurea indica come il lavoro – o forse il posto fisso – sia un traguardo che si sposta sempre più in là nel tempo, per ambire al quale bisogna mettercela tutta non una, ma due volte.